Di fatto la triste discesa nella mediocrità della Fiorentina è sfociata in una verosimile lotta per l'ottavo posto, già di per sé difficile perché distante ben 7 punti e rappresentato dal Torino, prossimo avversario dei viola al Franchi. L'obiettivo, se così si può chiamare, è quello di evitare il terzo e il quarto turno di Coppa Italia, in programma tra agosto e ottobre, che coinvolgono le squadre di Serie A dal nono posto in giù. Un'abitudine consolidata per la squadra viola, che non li disputa dal 2012 quando era reduce dalla disastrosa annata di Mihajlovic e Delio Rossi. A meno di clamorosi filotti in questo ultimo mese e mezzo, la Fiorentina difficilmente potrà puntare oltre, fermo restando che le prospettive non vanno propriamente in senso migliorativo. E arriviamo allora al punto: a che serve affidare tutto ciò ad un tecnico come Di Francesco che sì un po' d'entusiasmo lo porterebbe, così come qualche ambizione a livello personale? E cosa spingerebbe un tecnico comunque già consacrato ad accettare tali condizioni? Tutti quesiti ad oggi in attesa di risposte.


💬 Commenti