Circa dodici mesi fa Alban Lafont arriva a Firenze con le migliori aspettative. Da parte sua, sicuramente, ma anche da parte dei tifosi impressionati dalle tante presenze nonostante la giovane età. Ma anche molti giornalisti, esperti di calcio francese e estero considerano il "Donnarumma di Francia" un grande investimento per la Fiorentina.

Poi, finalmente, arriva il campionato. La Fiorentina parte bene, vince e convince, e con lei anche Lafont tanto che nessuno si cura di qualche respinta un po' troppo centrale o di qualche uscita avventata. La prima svolta importante, in senso negativo, arriva all'Olimpico contro la Lazio. Immobile insacca sotto porta, Lafont viene accusato di scarsa reattività. Poco male, se non fosse che qualche settimana più tardi il francese esce e respinge sui piedi di Florenzi il pallone del pareggio romanista al Franchi. Colpa del portiere o no? Firenze si divide, e lo stesso Lafont sembra avere un doppio volto.

Prestazioni esaltanti, con parate decisive come contro Bologna, Empoli, Milan e Napoli, si alternano a momenti di altissima vulnerabilità. E il ruolo del portiere, si sa, è ingrato da questo punto di vista. Presto tutti si dimenticano delle partite buone e cominciano ad appiccicare addosso a Lafont un'etichetta che non si toglierà mai più. Quella di un portiere fin troppo giovane, inesperto ed ingenuo, con la gravissima aggravante di mancanza di fondamentali. E con la goffa papera contro l'Atalanta, nella semifinale di ritorno di Coppa Italia, come goccia che fa traboccare il vaso.

Poi arriva l'estate. La Fiorentina è salva per un pelo, ma con l'avvento di Commisso si guarda già alla stagione successiva. E la nuova proprietà, così come aveva dichiarato quella vecchia, conferma Lafont come portiere titolare. Di conseguenza, arrivano dichiarazioni del procuratore di Dragowski, che allontanano il polacco da Firenze. Poi, improvvisamente, tutto si ribalta. Lafont esce (stavolta non a farfalle) allo scoperto, e dichiara di voler lasciare Firenze. Evidentemente il portierino è ancora acerbo per reggere le pressioni di una piazza e di un campionato così importanti e competitivi. Torna dunque nella sua confort zone, la Francia, dove giocherà due anni in prestito al Nantes con la Fiorentina che si è garantita un diritto di controriscatto.

La porta viola, presumibilmente, sarà quindi nelle mani di Dragowski che dovrà confermare quanto di buono fatto a Empoli. Nel frattempo a Lafont vanno dei momentanei saluti, senza escludere che in futuro possa tornare qualora riuscisse davvero a migliorarsi. Per adesso, però, di lui resta solo il ricordo di un grande potenziale mai davvero espresso. E nel calcio, si sa, le parole contano zero se non coincidono con i fatti. Anche se stavolta non è stata la società a decidere, Alban Lafont è l'ennesimo portiere che a Firenze è durato giusto il tempo di terminare una stagione. Ma l'impressione è che nessuno si strapperà i capelli.


💬 Commenti