Quando pensiamo alle associazioni no profit, a primo impatto è probabile che ci vengano in mente nomi come Emergency, Save The Children, Greenpeace, WWF. Eppure, di associazioni che si costituiscono con l’intento di mettere in atto un progetto, una serie di azioni di intervento in uno o più settori prestabiliti dai soci fondatori, tutto ovviamente senza scopo di lucro, ne esistono davvero tante, ognuna con le sue peculiarità a livello di struttura, organizzazione e fine.
Uno dei tanti tipi di associazione no profit di cui vogliamo parlare oggi è costituito dalla ASD, ovvero associazione sportiva dilettantistica.

Come istituire una società no profit di questo tipo? La “trafila” è a grandi linee la stessa necessaria per l’istituzione di altri tipi di associazione. I documenti necessari sono l’Atto Costitutivo, una sorta di certificato di nascita dell’ente in questione e lo Statuto, ovvero il documento che determina il regolamento e quindi il funzionamento interno dell’associazione nel quale tutto deve essere meticolosamente annoverato. I documenti andranno poi presentati all’Agenzia delle Entrate.
Ma burocrazia a parte, veniamo al punto, cioè alle grandi agevolazioni fiscali di cui godono le ASD.
L’art.148 del Decreto del Presidente della Repubblica n. 917/86, stabilisce i requisiti necessari per poter godere di tutte le agevolazioni del caso. È bene specificare che un’associazione, per averne diritto, deve aver chiesto ed ottenuto l’affiliazione ad uno degli enti nazionali riconosciuti dal CONI, quali FSN (federazioni sportive nazionali), EPS (enti di promozione sportiva) ed essere regolarmente iscritta al registro telematico del CONI.

Ed ecco i vantaggi: il primo consiste nel fatto che per fondare una ASD non è necessario un atto notarile, così come non è necessario il riconoscimento governativo, che implica una procedura lunga e costosa. La principale agevolazione, riguarda la non tassabilità dei corrispettivi ricevuti dai soci per la frequentazione dei corsi sportivi organizzati dall'associazione. Dunque, l'attività sportiva nei confronti dei soci è considerata non commerciale e per svolgerla non è necessario aprire Partita Iva. Non sono inoltre soggetti a tassazione alcuni compensi (entro un limite stabilito) ricevuti dai soci istruttori per la loro attività. È stabilito infatti che per associazioni sportive dilettantistiche «non si considerano commerciali le attività svolte in diretta attuazione degli scopi istituzionali, effettuate verso pagamento di corrispettivi specifici nei confronti degli iscritti, associati o partecipanti».

Mantenere questo regime agevolato non è cosa da poco e richiede il rispetto di tutta una serie di condizioni alle quali è meglio prestare la dovuta attenzione e per le quali l’Atto Costitutivo e lo Statuto sono sempre la via maestra da seguire.

Se pensiamo infine a grandi società sportive, per esempio nel mondo del Calcio, il no profit potrà sembrare subito una contraddizione in un mondo così accerchiato da interessi economici che ruotano ormai attorno ad ogni aspetto della vita sportiva. Accanto a tutto questo però, proprio parallelamente a nomi di società anche tra le più rinomate al mondo si accostano piccole realtà del mondo no profit, che in virtù del blasone della società di riferimento, si impegnano ad intervenire nel sociale. Fondazione Milan è una di esse: costituitasi nel 2003, con il sostegno di donazioni, del gruppo A.C. Milan e del 5x1000, ha raccolto più di 10 milioni di euro e realizzato più di 100 progetti tutti volti a dare un sostegno, attraverso l’attività sportiva, a tantissimi giovani, specialmente quelli provenienti da realtà difficili. Allo stesso modo vi è l’ufficio Charity della Juventus, la Fondazione Giacinto Facchetti e la Fondazione Pupi, entrambe bandiere della storia dell’FC Internazionale che si occupano in particolare della cura dei tumori e di adozioni a distanza.
Il no profit sembra quindi potersi inserire anche in ambiti sportivi importanti, dove la passione che ruota attorno a questi ambienti viene incanalata e sfruttata per progetti di sostegno sociale e di bene comune.


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