Il primo piano delle pagine di cronaca se lo sono preso, ahinoi, le ignobili scritte comparse nei pressi del "Franchi" nella giornata di sabato: i riferimenti all'Heysel e addirittura alla memoria di Gaetano Scirea sono stati condannati da tutta Italia. Compresa naturalmente la città di Firenze, tramite il sindaco Nardella, la società e il tifo viola: scritte che per altro sono rimaste senza firma, a differenza invece della magnifica coreografia dedicata alla memoria di Riccardo Magherini. Doveva essere dedicata a lui la giornata di sabato, a poche settimane dall'assoluzione dei carabinieri sospettati del suo omicidio. Sull'accaduto si è espresso a Fiorentinanews.com proprio l'avvocato della famiglia Magherini, Mattia Alfano:

"Mi è sembrato strano che queste scritte siano comparse proprio il giorno in cui era stato preparato un ricordo per Riccardo Magherini, con il quale l'attenzione si sarebbe spostata proprio in direzione della sentenza di poche settimane fa. L'effetto che si è prodotto è stato inevitabile: il gesto per Riccardo è passato inosservato. So che la Digos sta indagando e che hanno dei filmati in mano, da cui si dovrebbe risalire ai responsabili".

Ci sono altre stranezze in tutto quanto accaduto?
"Mi è stato raccontato che all'Ansa era giunta una telefonata anonima, che segnalava queste scritte. Se fosse vera mi pare curioso che un gesto del genere venga pubblicizzato nell'immediatezza. Chi fa una cosa del genere ha sì interesse a far leggere il messaggio ma cerca anche di non farsi beccare, dato che i filmati dopo qualche ora vengono cancellati. In più non ricordo altri riferimenti a Scirea in passato da parte dei tifosi viola. Mi sembra strano anche l'accoppiamento con l'Heysel: sono due cose che insieme stridono".

Il risultato finale ha danneggiato un po' tutta l'immagine di Firenze...
"L'effetto innanzitutto è che un gesto meraviglioso come quello per Magherini è passato inosservato. Non so se l'intento primario fosse quello oppure la voglia di infangare la tifoseria viola, dobbiamo aspettare anche le indagini della Digos. Però in Curva nessuno si capacitava di chi potesse essere stato, perché i gruppi organizzati avevano pensato solo al ricordo di Riccardo. Per altro quelle scritte lì non sono state neanche firmate, altra dinamica molto strana".

 

 


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