Questo pomeriggio l'ex stella di Fiorentina, Juventus e Brescia Roberto Baggio è intervenuto a Trento al Festival dello Sport, dove ha avuto il modo di parlare anche della sua esperienza in maglia viola. Ecco le sue parole raccolte da Tuttomercatoweb.com: "Quando ero piccolo mi ricordo che giocavo con la pallina da tennis con i miei fratelli in casa, facevamo sempre danni. Al giorno d'oggi quello che manca è il calcio giocato per strada. Quando ero piccolo volevamo giocare a tutti i costi ovunque, anche per strada ovviamente. Passavamo ore ed ore a correre sull'asfalto. La cosa più importante della carriera di un calciatore è l'umiltà. Solo in questo modo non hai paura delle sconfitte perché impari a come rialzarti nella vita. Il gol più brutto che ho fatto? Il secondo contro la Fiorentina quando ero al Brescia nel 2002. Ero appena rientrato da un lungo infortunio e pensavo di essermi rifatto male per fare quel gol. La mia esperienza in viola? Arrivai a Firenze dopo un pesante infortunio patito a Vicenza. Per due stagioni non ho messo piede in campo e al terzo anno ancora non stavo pienamente ok. I due anni successivi ho giocato molto bene, mi sentivo in debito per l'affetto della gente di Firenze che mi ha sempre aspettato. Con la tifoseria viola si era creato un legame profondo, e ha Firenze ho conosciuto anche il buddismo: la svolta della mia vita. La sciarpa raccolta per la prima gara a Firenze con la Juventus è stato il mio podo per dire grazie. Tentai davvero a tutti i costi di rimanere in viola, stavo veramente bene, ma avevano già deciso tutto. Bastava essere chiari. Dopo la mia cessione ci fu una rivolta. Ci furono tre giorni di guerriglia, i tifosi non avevano accettato quella decisione ed io mi sentivo colpevole di tutta la situazione. Ho sempre detto la verità ma quello che è successo davvero è emerso solo dopo 20 anni. Io sono sempre stato coerente"


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