La Fiorentina e il Comune, ci avevano provato nel novembre del 2020. Insieme, aggrappandosi all’emendamento appena approvato nel decreto Semplificazioni, proposto giustappunto dai senatori Matteo Renzi e Caterina Biti e ribattezzato ’sblocca stadi’, avevano scritto, contemporaneamente al ministero per i Beni e le attività culturali.

In sostanza, nonostante il vincolo per lo stadio Franchi fosse già arrivato, il sindaco Nardella e il direttore generale del club viola, Barone, ci avevano riprovato a sostenere la demolizione di gran parte dell'impianto, in virtù dell’emendamento poi divenuto legge, che consentirebbe di intervenire bypassando i vincoli imposti dalle soprintendenze.

Nella lettera della quale si parla stamani su La Nazione, la società gigliata aveva chiesto di poter ristrutturare il Franchi, salvaguardando "i soli specifici elementi strutturali, architettonici o visuali di cui sia strettamente necessaria a fini testimoniali la conservazione". Il sindaco Nardella invece in un’altra lettera faceva riferimento allo stato di consunzione del cemento del Franchi, ormai inadeguato e bisognoso di interventi urgenti per evitare rischi.

Ma legge o non legge, sappiamo com'è andata a finire la faccenda e non se n’è fatto niente.

https://www.fiorentinanews.com/commisso-se-mi-avessero-lasciato-fare-a-questora-avremmo-avuto-un-nuovo-franchi-serve-uno-stadio-allaltezza-della-bellezza-di-firenze-salvini-e-renzi-chiacchierano-troppo/


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