Gabriel Omar Batistuta è stata la colonna portante della Fiorentina degli anni Novanta. Da Firenze se n'è andato solo quando il regno di Vittorio Cecchi Gori stava scricchiolando dalle fondamenta, andando a vincere poi lo scudetto con la Roma.

Ma il bomber di Reconquista era stato vicino ad un altro club qualche anno prima della sua cessione. “Siamo nel 1998 e si decise di approcciare il procuratore di Batistuta, Settimio Aloisio, per provare a portare Batistuta a Parma". Il racconto è quello dell'ex presidente gialloblu, Fulvio Ceresini, messo nel posto dai Tanzi.

Poi Ceresini aggiunge: "Operazione difficile e complessa, stiamo parlando di uno dei più forti e importanti giocatori mai visti in Italia che però in quel momento era sotto contratto e pertanto la notizia non sarebbe dovuta trapelare per nessuna ragione al mondo. E così è stato…almeno fino ad oggi. Dopo diversi incontri, il procuratore ci confermò una apertura all’operazione e a quel punto chiedemmo di incontrare il giocatore. Ci incontrammo un paio di volte, in una casa privata lontano da Parma, parlammo di programmi, di ingaggio, di premi, insomma di tutto. Gabriel persona squisita, alla fine accettò la nostra offerta e si disse disponibile a venire a giocare nel Parma. Era stata un trattativa lunga e complicata ed eravamo molto soddisfatti. Portare Batistuta a Parma era un grande colpo“.

Poi il colpo di scena: “Ma avevamo fatto i conti senza l’oste. Cecchi Gori ci fece sapere: “Al Lattaio (Tanzi ndr) non lo darò mai”. Amen. Batistuta accettò di venire ma Cecchi Gori si impuntò rifiutando di cedercelo e l’altro, Rui Costa, che invece l’anno seguente (a dire il vero era l'estate 2001 ndr) ce lo avrebbe ceduto, rifiutò lui il trasferimento“.

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