Un pensiero di Gabriel Batistuta a La Nazione anche nei confronti di Antonio Cassano, suo ex compagno e che negli ultimi giorni l'ha definito 'antipatico': "Essere considerato antipatico da Cassano mi sembra un bel complimento... Le racconto una cosa: appena arrivato a Roma l'ho visto spaesato, non riusciva a ambientarsi. Ho parlato con mia moglie e l'abbiamo portato a casa nostra, adesso sentire che parla così dispiace proprio. Mi fa tenerezza. Non ha approfittato delle possibilità che gli ha dato il calcio per crescere come persona.

Se mi considero avaro? Non so cosa sia. Se significa buttare via soldi per fare contenti gli altri, può darsi. Io mi sono guadagnato i miei soldi dal primo all'ultimo e li uso come pare a me. Poche volte compro qualcosa di cui non ho bisogno e quando ho bisogno non guardo il prezzo. Chiamatelo come volete. I miei sacrifici? E' come quando vai in palestra, all'inizio sembra durissima. Ne ho fatti ma in quel momento non potevo mollare. Non si può spiegare ciò che si è vissuto sulla propria pelle, quel desiderio, quella voglia. E' difficile da insegnare e un po' ho lasciato perdere. Vorrei sempre qualcosa in più per i miei figli ma la vita è loro.

Se gioco ancora a pallone? A pallone, ma non lo dica al mio medico, a padel, a ping pong, anche a bocce. Non riesco a stare fermo, adoro tutto quello in cui si può vincere, tranne il casinò. Perdere? Non so perdere e nemmeno vincere. E' il gusto della sfida: voglio sempre giocare con qualcuno che potrebbe battermi. Così si cresce anche nello sport. Un nuovo Batistuta? Ora sorrido di più, sono più rilassato. Per me il calcio è stato un lavoro, un lavoro bello ma anche una grande responsabilità. C'era gente che pagava per vedermi, non potevo permettermi di considerarlo un gioco. Quindi prendevo tutto sul serio e apparivo duro".


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