Queste le mie prime parole di Gabriel Omar Batistuta alla conferenza stampa di presentazione del suo Docufilm "El numero nueve" a Roma: "Il calcio è emozione e io sono stato contento di aver trasmesso emozioni a chi guardava le partite. Fino ad ora sono sempre stato un po' nell'ombra, ma avevo voglia di raccontare quello che ero e quello che sono. I miei figli hanno difficoltà a trovare qualcosa da fare. Anche per me lo è stato, ma a 18 anni ho detto: potrei fare il calciatore. E ho avuto la fortuna di diventare quello che sono diventato. Nessuno vede quello che c'è dietro a un calciatore: il poco tempo per la famiglia, gli infortuni e tutte le cose peggiori non vengono prese in considerazione. Volevo raccontarmi anche per tutti i calciatori che sono stati meno fortunati di me e che non ce l'hanno fatta. Per me vedere la mia immagine ancora lì dopo 20 anni è motivo di grande orgoglio e sono molto contento di aver lasciato qualcosa. Il motivo per cui sono stato molto amato? Credo perché sono sempre stato un uomo semplice, come chi guardava le partite. In allenamento cercavo sempre di fare meglio, non sempre ci riuscivo ma almeno ci provavo".


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