Le prestazioni di Milan Badelj in questo inizio di stagione sono state tutt’altro che scintillanti e, nonostante le rassicurazioni di Montella sulla convivenza con Pulgar e la grande prestazione di San Siro, il croato non sembra essere quello visto nella precedente esperienza fiorentina


Premessa: è impossibile non condividere la mossa di Daniele Pradè di riportare Milan Badelj a Firenze. Un calciatore che ha dato tanto alla Fiorentina sia sul campo, ma anche fuori, in circostanze che tutti noi purtroppo conosciamo. Un grande uomo, prima che un centrocampista di alto livello. Se poi aggiungiamo che il ritorno del croato è in prestito con diritto di riscatto, ancora di più si può dire che sia stata un’operazione sensata.

In questo inizio di stagione però, l’ex Lazio (a proposito, squadra dove ha, di fatto, fallito), non sta per niente convincendo, mettendo insieme delle prestazioni abbastanza mediocri. Esclusa la maiuscola prova contro il Milan, partita nella quale ha padroneggiato il centrocampo per novanta minuti.

Sicuramente, dopo un anno passato più in panchina che in campo, deve trovare ancora il giusto ritmo, la miglior condizione e bisogna anche dire che il calendario difficile della Fiorentina non lo ha particolarmente aiutato, però, non è complicato constatare che il Badelj vissuto dal 2014 al 2018 in maglia viola, sia un suo lontano parente. Poca brillantezza, poca lucidità, tanti errori in impostazione e qualche palla persa banale, di troppo.

In tanti stanno cominciando a nutrire dubbi per quanto riguarda la sua convivenza con Erick Pulgar, il quale predilige un ruolo centrale di regista e si sta, in parte, snaturando, per giocare insieme al croato. Montella ha spesso detto che possono giocare insieme e fare a meno di Badelj è un qualcosa che non contempla (al momento).

Purtroppo, il mancato arrivo di una mezzala forte e di sostanza ha tolto una soluzione importante al tecnico campano, che avrebbe potuto magari dare meno minuti al numero cinque viola, consegnando al cileno le chiavi della squadra. Chissà se in futuro, nonostante l’Aeroplanino non sia ammaliato dalle caratteristiche di Zurkowski, Benassi e Dabo, non possa optare per una soluzione del genere, qualora Badelj continuasse con queste prestazioni. Oppure che possa essere proprio il croato a lasciare spazio all’attaccante centrale che il mister campano ha più volte detto di voler inserire tra i titolari.

Non resta quindi che attendere gli eventi o sperare che il croato torni a fare quello che lo ha portato ad essere un titolare della sua nazionale...Cosa che al momento, però, sembra essere piuttosto complicata.

GIACOMO TRAMBUSTI

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