Questo pomeriggio Enzo Bucchioni, giornalista e noto tifoso viola, durante un collegamento con Radio Bruno ha avuto modo di analizzare alcuni dei principali temi in casa Fiorentina. Questo un estratto delle sue parole:


"Sinceramente fossi la Fiorentina non distinguerei tra campionato e coppe, guardando la Fiorentina di adesso capisco che è in netta crescita, sia fisica che dal punto di vista del gioco, e per questo credo che gli impegni che la squadra viola affronterà in questo Febbraio possano essere vissuti con maggior fiducia nei propri mezzi. Fino a qualche settimana fa la Fiorentina faceva molta fatica a sviluppare il gioco, ed il cambio al 4-2-3-1 si è rivelato un errore. Il 4-3-3 è il modulo che meglio appartiene a questa squadra soprattutto dal punto di vista delle caratteristiche dei giocatori: con due centrocampisti di qualità che impostano il gioco ma sanno anche difensore questa squadra ha ritrovato anche fluidità. Mi aspetto una grande prestazione domani contro il Bologna, soprattutto per la crescità di alcuni giocatori che fino ad ora non avevano dimostrato il loro reale valore: e mi riferisco per esempio a Mandragora e Dodo che possono davvero risultare due pedine in più per la seconda parte di stagione. Senza dimenticare Barak che sta tornando sui livelli di Verona”.


Ha poi analizzato l’importanza di Nicolas Gonzalez per la Fiorentina: “Ho sempre detto che la Fiorentina aveva problemi a segnare, non solo per la scarsa precisione dei suoi due attaccanti, ma soprattutto per l’assenza di un giocatore come l’argentino. Io faccio sempre fatica a parlare di sfortuna, ma quest’anno Italiano pronti via e ha perso due dei suoi migliori esterni, lui e Riccardo Sottil. Con questi due in campo sicuramente sarebbero stati avvantaggiati anche i centravanti. Chi preferisco tra Cabral e Jovic? Personalmente io dare molta più continuità al serbo, che reputo tra i due il giocatore di maggiore qualità. Purtroppo però il giocatore spesso manca dal punto di vista mentale: se il calciatore ha capito di dover ritrovare umiltà, e la panchina dopo Roma andava in questo senso, me lo gioco perchè le caratteristiche ci sono”.


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