"Se avesse la mia testa gli direi di restare viola: ho amato difendere i colori di questa squadra e della città. E' valsa la pena sacrificare le mie caviglie per tutto questo. A Firenze mi sentivo vivo, ma ognuno è fatto a modo proprio. Deciderà lui". Le parole in questione hanno un solo interprete, Gabriel Omar Batistuta, è anche un solo destinatario, Federico Chiesa.

E' vero, parliamo di un'altra epoca e di un altro calcio, ma pur essendo lautamente pagata, la bandiera Batistuta ha retto per anni a Firenze, nonostante il richiamo costante e assillante delle più grandi squadre d'Europa. Questione non solo di soldi, ma di stimoli, di sfide, perché fare qualcosa di grande in una società non di primissimo piano è un'impresa che resta nella storia, mentre vincere dove si vince praticamente ogni anno non fa più nemmeno notizia.

E' questo il messaggio che il Maestro ha voluto dare all'allievo e crediamo anche che sia stato recepito da chi di dovere. Al resto dovranno pensarci anche i Della Valle, perché vanno bene i bilanci a posto, possono andar bene alcune plusvalenze per rifare la squadra, ma una Fiorentina senza Federico Chiesa, metterebbe sicuramente tristezza.


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