Ala destra, ala sinistra, trequartista, sottopunta e pure mezzala. C’è un ruolo che Jonathan Ikonè non abbia ancora sperimentato da quando è alla Fiorentina? Diciamolo serenamente, l’impatto dell’ex campione di Francia finora non è stato quello che tutti si aspettavano, anche per lo scarso minutaggio che gli è stato concesso. L’avventura di Jorko -è questo il soprannome dell’appassionato di manga giapponesi- a Firenze è cominciata già da quattro mesi, ma un posto da titolare l’ex compagno di Mbappè ancora non l’ha trovato. All’inizio era normale pensare che gli servisse un periodo d’ambientamento, cosa che ancora sta scontando Cabral per fare un altro esempio, dato che veniva da un campionato tatticamente inferiore. Le sue prime uscite non avevano deluso le aspettative, visto che era riuscito a mandare in porta, con due assist, Maleh e Torreira in due gare già vinte. Anche il bel gol a Napoli, pochi secondi dopo l’entrata in campo, era stato un segnale, ma non quanto il resto della sua prestazione.

Nella stessa partita, infatti, l’esterno d’attacco si era fatto ammonire, rischiando in seguito anche l’espulsione, per una palese confusione nell’interpretare il ruolo assegnatogli. Il calcio di Vincenzo Italiano non è affatto scontato, come può essere invece quello di un Allegri qualunque, e si basa su compiti e doveri tattici che un giocatore tutto estro come il francese può non comprendere al volo. Da qui si ricava anche l’alternanza, ancora non risolta, tra la sua corsia e quella di Gonzalez, anche lui spostato da destra a sinistra a seconda che i due giochino insieme. In una delle sue prime apparizioni, inoltre, Ikonè era convertito anche al centro, riuscendo, in una trasferta complicata come quella di Cagliari, a ricamare un’ottima sovrapposizione con Odriozola. Infine, tutti si ricorderanno del suo impiego a Torino come mezzala, l’esperimento -ahinoi- fallimentare di Italiano per sopperire all’assenza di Castrovilli.

Insomma, Ikonè le ha provate tutte, o quasi. Probabilmente gli manca di giocare come falso nueve, ma, vista la sua vena realizzativa, quella posizione gli potrebbe essere risparmiata. Il problema è che, a causa di questo ruolo in campo ancora non risolto, come posto nel mondo ancora non trovato, i tifosi viola non sanno dire se il francese sia carne o pesce. Se debba giocare esclusivamente largo per sfruttare la sua innata velocità, oppure possa accentrarsi per servire con filtranti rasoterra il centravanti. Un po’ di “colpa” (usando però le virgolette) nella confusione tattica di Jorko va anche a Italiano, che nonostante i quattro mesi e passa insieme, ancora non gli ha dato un’identità definita. O forse è una sua prerogativa quella di essere talmente misterioso da non farsi capire né dagli avversari né dal proprio allenatore? Solo il tempo (e forse le ultime tre partite della stagione?) ce lo dirà. Intanto, riassumendo tutte le posizioni di campo che ha solcato e le varie abilità tecniche che ha messo in mostra qua e là, viene da chiedergli: “Jorko, qui tu es réellement?”.

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