Commisso ha confermato Iachini. O meglio, ha detto che non è mai stato in discussione. Era prevedibile. Ci vuole ben altro che “una partita da schifo” persa dalla Fiorentina contro la Sampdoria (uso le parole dello stesso Commisso) e un pareggio peggiore di molte sconfitte contro lo Spezia, per convincere all’autocritica un settantenne abituato a scelte azzeccate.

Non solo. Le parole del presidente rendono praticamente impossibile un esonero perfino in caso di sconfitta casalinga con l’Udinese. Come potrebbe, il numero uno viola, rimangiarsi tutto fra quattro giorni?

Certo, se le prestazioni della squadra dovessero procedere sulla linea delle ultime gare, alla prossima sosta di campionato (fra tre giornate più il turno di Coppa Italia) un cambio in panchina sarebbe inevitabile. Ma probabilmente ci dovremmo accontentare di una toppa sul buco, non di una “gomma nuova”.

Per questo, a malincuore, ritengo che ci si debba augurare che la Fiorentina non tracolli e, pur non spiccando il volo, ci offra l’ennesimo campionato anonimo, senza infamia e senza lode. Al termine del quale Rocco potrebbe salutare Iachini senza doversi contraddire in modo plateale, oltre a cessare di pagare il suo stipendio e quello di Montella.

In questo scenario, da subito andrebbe delineato il futuro viola. Mi aspetto, finalmente, un approccio come quello riservato al centro sportivo: progetto e progettista di qualità, con l’obiettivo di realizzare un intervento da primi posti in Europa. Se questa logica vale per campi di gioco e foresterie, non capisco perché non debba essere applicata alla squadra, che è il primo, vero, fiore all’occhiello di qualsiasi società di calcio. Giocatori e allenatore degni dello scintillante Viola Park che sarà costruito.

Presidente Commisso, è una questione di coerenza. Ha più volte affermato di voler lasciare qualcosa di bello a Firenze: cosa c’è di più bello delle vittorie sportive?

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