Non va venduto. Stop. Un giocatore così, come Federico Chiesa, non può essere venduto. A 21 anni. Uno che gioca come lui, uno che lotta come lui, uno che ‘rischia’ di diventare in poco tempo uno dei migliori dieci giocatori in Europa. Top player, in questo caso la parola è giusta. Fa paura la sua crescita, fa paura la sua abilità di farsi scivolare tutto addosso (anche le critiche, ingiuste, come quelle di essere un simulatore), fa paura la sua classe. E fa specie il suo attaccamento alla maglia, le sue parole, il suo desiderio di sentirsi tutt’uno con la curva e con il tifo.

Per carità, parliamo soprattutto del primo aspetto. Ormai sappiamo che nel calcio, come nella vita, i gesti e il cuore, lasciano il tempo che trovano. Meglio pensare al resto, ovvero al fatto che un calciatore così non può essere ceduto così giovane. Cresciuto a Firenze, nel settore giovanile, oggi con la fascia da capitano al braccio. Sarebbe un vero affronto. Avrà tempo, eventualmente, per andarsene in un grandissimo club. Tra tre o quattro anni. Oggi no, oggi la squadra va costruita attorno a lui. Oggi Chiesa rappresenta il nostro posto nel mondo, il nostro simbolo. Non contano i soldi, i settanta o i cento milioni. Non c’è prezzo per Chiesa. E nessuno lo paragoni a Bernardeschi: altra età, altro giocatore, altra dialettica. Ma lo avete sentito parlare Chiesa? Ma avete sentito la sua intervista nel post Fiorentina-Atalanta? Questo è un simbolo, tra l’altro positivo. Si alza la cornetta del telefono e si fa un passo indietro. Si offrono almeno quattro milioni l’anno, si rinnova per cinque anni e si costruisce una squadra decente attorno a lui. Stop. Dicendogli che sarà il simbolo, il nostro Ponte Vecchio. Altrimenti? Altrimenti non ci sono altrimenti. Il calcio è questo, Firenze è questa. Vendere un sogno del genere, sarebbe come andarsene.

E le due parti presto si potrebbero incontrare. Per cominciare ad intavolare un discorso e per parlare anche delle tante offerte arrivate negli ultimi giorni. Non dalla Juventus, non dall’Inter. Ma dai club più importanti del mondo. Ma si comincerà a parlare soprattutto di proposte per farlo restare. Dovranno scendere in campo i Della Valle in persona per affrontare l’argomento al tavolo. Perché occorre una strategia, anche aziendale. E l’essere o non essere in Europa potrebbe essere dirimente. Il giocatore, se valutato anche economicamente nel modo giusto, potrebbe rimanere. Perché il suo rapporto con Firenze è profondo, sincero. E non ci saranno bluff di nessun tipo, comunque vada a finire.


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