A Firenze quando si scava nel sottosuolo c’è sempre la possibilità di imbattersi in importanti tracce del passato. Un rischio quando si avviano grandi opere pubbliche. Ma almeno questa “spada di Damocle” non dovrebbe pendere sul progetto del nuovo stadio. A rivelarlo è stata Carlotta Cianferoni, direttrice del Museo archeologico di Firenze e tifosa della Fiorentina, intervenuta ieri sera a “Viola Express”, la trasmissione condotta da Erika Calvani su Tele Iride. La dottoressa Cianferoni rappresenta la Soprintendenza ai beni archeologici della Toscana nella Conferenza dei servizi, l’organismo tecnico che ha valutato il piano della società viola per l’area Mercafir. “La zona sulla quale dovrebbe essere costruito il nuovo stadio – ha detto Carlotta Cianferoni – non dovrebbe riservare sorprese. Nell’antichità tutta quell’area che comprende la Mercafir, i terreni di Castello, la superficie aeroportuale era un lago, per cui non dovrebbero esserci mai stati insediamenti. Appena più intorno, verso le pendici della Calvana da un lato e dei Monte Morello dall’altro abbiamo invece reperti preistorici e romani. In passato ci siamo già occupati dei lavori per il terminal dell’aeroporto di Peretola e non abbiamo riscontrato elementi di interesse archeologico nel sottosuolo. Se il progetto del nuovo stadio andrà avanti, seguiremo comunque con attenzione i cantieri. Tuttavia mi sento di escludere il rischio che possano avere intoppi a causa del ritrovamento di reperti archeologici”.
