"Adesso con il Monza puntiamo a vincere lo scudetto e ad andare in Champions". Parole di Silvio Berlusconi il giorno della promozione in A del suo club. Chissà in quanti hanno pensato: "Come ci piacerebbe se la Fiorentina avesse le stesse ambizioni". Ma è soltanto un piccolo esempio, perché difficilmente il Monza davvero lotterà per quei traguardi. Ma lo spirito deve rimanere alto, come i traguardi, questo è il motto.


Silvio Berlusconi è sicuramente un personaggio che può piacere o meno. Ma qui parliamo di calcio e in questo campo è stato un numero uno a lungo, in Italia e in Europa. Uno che ha visto avanti, che ci ha capito, nei trofei vinti, ma anche nel riuscire a creare uno stile, alimentando appunto sogni. Perché il calcio, senza sogni, ha poco senso. Il tifoso quando comincia il campionato e la nuova stagione è in testa alla classifica e guarda tutti dall’alto verso il basso, pensando, sperando, sognando di essere lì anche alla fine. Come nel calciomercato.


Il calcio è anche spettacolo, campioni, gesti pirotecnici. Abbiamo ancora negli occhi la presentazione di Ribery al Franchi, il primo, grande, acquisto della gestione Commisso. Abbiamo ancora negli occhi, sia noi che Montella, quel giorno a New York, con i giochi di colori e i grattaceli che si tingevano di viola. Sono passati tre anni, tre stagioni. Non sbagliamo se diciamo che, in quei giorni, ci immaginavamo qualcosa in più e che tutto quel credito di felicità, di entusiasmo, di gioia, oggi è praticamente sparito. Lo si percepisce in città, nei discorsi della gente, girellando su internet. Nonostante la Fiorentina sia tornata a divertire, nonostante si sia qualificata per i preliminari di Conference. Già, perché in Europa speriamo di andarci, ma ancora, tecnicamente, non ci siamo.


Perché, in così poi tempo, si è persa tutta questa energia? Questa è la vera domanda da farsi. Perché non provare a ritrovarla, nella stagione tra l’altro dell’inaugurazione dello spettacolare Viola Park? Commisso, solo lui, può riaccendere la luce, in un mercato dove serviranno soldi e sbagliare il meno possibile. Se ci riuscirà, anzi se vorrà farlo lo vedremo presto. Noi ci speriamo, perché in tre anni è riuscito comunque a riportare la Fiorentina in una posizione di classifica almeno degna della storia del club. Adesso il momento decisivo.


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