I palleggi di riscaldamento ci furono subito, sin da pochi mesi dall’insediamento di Rocco Commisso nella roccaforte viola. "Non abbiamo ancora deciso sulla possibilità di ristrutturare il 'Franchi' o farne uno nuovo di stadio, ci sono delle opzioni. Dobbiamo ragionare sulle varie opzioni e capire quanto tempo serve. L'intenzione è di lasciare qualcosa di bello a Firenze, questo l'ho detto dal primo giorno. Ora ci vuole la volonta' delle altre parti della politica, della cultura e delle istituzioni per farci fare quello che e' giusto per la città”. Era il 28 agosto e a Commisso Nardella rispose così: “Abbiamo fatto un incontro molto utile e positivo. Sono felice di come è andato l'incontro e ottimista sul fatto che in tempi brevi troveremo per noi la soluzione migliore”. Ma la strana partita a ping pong (che in teoria dovrà dichiarare entrambi vincitori) tra il presidente della Fiorentina e il primo cittadino di Firenze Dario Nardella ancora non è finita.

Negli ultimi giorni si sono susseguite alcune dichiarazioni che lasciano in effetti pochi spazi all’immaginazione. Rocco Commisso non si discosta dal suo ‘fast, fast, fast’ e dall’America rilancia l’ipotesi di poter edificare la nuova casa della Fiorentina fuori dai confini comunali di Firenze. Un po' come una battuta a effetto, di quelle dove riesci a dare il giro alla pallina, la domanda al  tycoon italo-americano sorge spontanea. Perché se a New York nessuna infrastruttura sportiva è situata nel cuore della città (ovvero Manhattan) a Firenze poter costruire al di fuori del terreno comunale appare come un’utopia? Come vi abbiamo raccontato attraverso un editoriale quella di Mr. Rocco potrebbe essere vista come una “strategia” per poter smuovere le acque. Una schiacciata che sul tavolo da ping-pong Commisso-Nardella potrebbe rivelarsi anche vincente.

Ma la risposta del sindaco di Firenze non è tardata ad arrivare. “Preferisco i fatti alle parole: quindi io non parlo, ma lavoro per l’obiettivo che abbiamo a Firenze di fare lo stadio alla Mercafir”. Dario Nardella molto probabilmente non vuol sentire nemmeno parlare ‘dell’ipotesi Campi Bisenzio’ e così come Commisso, rispedisce la pallina dall’altra parte del tavolo con la stessa traiettoria, ma con un rovescio un po’ sbilenco. Si perché quel “preferisco parlare con i fatti” potrebbe essere visto come un messaggio intrinseco per la dirigenza viola: “Ci avete fatto capire che non aspetterete più di cinque o sei anni, ma adesso fateci lavorare”. Il match a ping-pong continua, ma il tavolo di gioco posto tra Nardella e Commisso, è sempre più caldo.


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