La quiete prima della tempesta. Campionato in pausa fino a fine mese e largo alla Nazionale e alle qualificazioni europee, con gli azzurri impegnati prima contro l’Inghilterra, poi contro Malta. Lo confesso: seguo la Nazionale con affetto ma senza il trasporto della passione. Ecco perché ho indicato questi giorni come “quiete prima della tempesta”.

La Fiorentina tornerà in campo il primo d’aprile a Milano contro l’Inter (speriamo di fare un bel pesce ai nerazzurri) e continuerà con altri otto incontri nel mese. Una tempesta di partite: cinque di campionato, la doppia sfida con i polacchi del Lech Poznan per arrivare alla semifinale di Conference League, lo scontro (andata e ritorno) con la Cremonese per conquistare la finale di Coppa Italia.

Ogni gara sarà come un’onda che l’imbarcazione viola dovrà affrontare e superare con la potenza dei rimorchiatori che trascinarono via dal Giglio la Costa Concordia. L’imperativo è restare a galla in ogni competizione. In campionato va sfruttato il ritrovato assetto tattico e la vena di alcuni calciatori che hanno tardato più del dovuto a dare il loro contributo. In Coppa Italia sarebbe un sacrilegio non arrivare in fondo al corridoio aperto dalla buona sorte (e dalla stessa Cremonese) nel tabellone con l’imprevedibile uscita di scena di Milan, Napoli e Roma. E in Conference non sfruttare il sorteggio favorevole, quasi dovuto dopo gli accoppiamenti ostici con Twente e Braga.

Prendiamo fiato ora. Rilassiamoci seguendo le vicende di Pafundi e company perché ci attende una tempesta di passioni. La tempesta perfetta.

Così è se mi pare – Destinazione Paradiso e lassù (forse) qualcuno ci ama. Dopo la partita della vergogna, abbiamo diritto a un risarcimento
La stagione più travagliata degli ultimi anni, tra illusioni e disillusioni, potrebbe riservare un finale da fuochi d