In caso di divorzio tra la Fiorentina e Daniele Pradè, il preferito di Rocco Commisso per la carica di direttore sportivo sarebbe Gianluca Petrachi. Classe '59, il nativo di Lecce ha avuto una modesta carriera da giocatore indossando la maglia di diverse squadre. Tra cui quelle di Arezzo, Venezia e Nottingham Forest. Dopo aver appeso le scarpe al chiodo nel 2003, ha subito iniziato la nuova esperienza da addetto ai lavori. In che modo? Tornando all'Ancona, società in cui ha militato da calciatore, con il ruolo di team manager.

Tra il 2006 e il 2007, poi, è stato responsabile dell'area tecnica del Pisa, fino a diventarne il direttore sportivo. Sotto la guida tecnica di Piero Braglia, il club toscano ha conquistato la promozione dalla Serie C alla B e poi, con Gian Piero Ventura in panchina, ha sfiorato addirittura la Serie A, sfumata nella finale playoff contro il Lecce. A settembre del 2008 ha risolto il proprio contratto con il Pisa.

La nuova avventura, che poi fino ad oggi è stata quella più importante della sua carriera, è con il Torino. Negli ultimi giorni del 2009 firma il contratto con la società granata: inizialmente in affiancamento al direttore sportivo dell'epoca, Rino Foschi, ma in seguito al posto proprio del dimissionario ds. Una storia d'amore durata quasi dieci anni e che è terminata a maggio 2019, quando Petrachi si è dimesso per firmare con la Roma. Con i granata ha ottenuto buoni piazzamenti in campionato, arricchiti da due qualificazioni all'Europa League. Tra gli acquisti di rilievo sono sicuramente da segnalare quelli di Danilo D'Ambrosio, Bruno Peres, Andrea Belotti, Matteo Darmian e Ciro Immobile.

L'avventura nella Capitale 


Come detto, nel giugno del 2019 ha lasciato il Torino per firmare un contratto di tre anni da 1,2 milioni di euro più bonus con il club giallorosso. Dodici mesi dopo però, è stato sospeso dall'incarico e sostituito dall'ex portiere della Roma, Morgan De Santics. In seguito poi, è stato licenziato per giusta causa. Il motivo? Petrachi ha pagato un messaggio di fuoco inviato all'allora presidente giallorosso, James Pallotta, all’indomani di un’intervista dello stesso numero uno al sito della Roma in cui non veniva citato. Ma anche una una serie di atteggiamenti “muscolari” poco graditi dalle parti di Trigoria.

Per quanto riguarda il calciomercato, invece, non gli vengono addossate grandi responsabilità. Anche perché tutti gli acquisti fatti nell'estate del 2019 (da Mkhitaryan a Smalling fino a Veretout, Ibanez e Mancini) sono stati ritenuti buoni e funzionali. A tal punto che tutti loro sono dei perni della squadra di Fonseca. Pesano un po' le mancata cessioni dei calciatori in esubero, come Pastore e Juan Jesus. Ma considerando gli stipendi dei giocatori in questione, sarebbero (e sono) difficile per chiunque.

Con la Roma, però, la questione non è ancora chiusa. Il 17 agosto infatti, Petrachi ha fatto causa alla società che oggi è della famiglia Friedkin per il licenziamento e ha chiesto un risarcimento danni di circa 5 milioni di euro lordi, relativi agli stipendi previsti dal contratto sottoscritto con il club. Ci sono già state due udienze (4 e 26 novembre), entrambe inutili visto che non è stato raggiunto un accordo tra le parti. Gli avvocati giallorossi continuano a sostenere che il licenziamento sia avvenuto per giusta causa.

Il futuro


Nel frattempo però, Petrachi è pronto a rimettersi in moto. Lo ha dichiarato lui stesso nel corso di un'intervista al canale YouTube di Stefano Borghi: "Mi sento un leone in gabbia perché mi è stata tolta la la possibilità di poter fare qualcosa di importante, cioè continuare nel progetto di giugno scorso. Ero nella condizione di creare qualcosa di importante che che era oggi si stanno vedendo i frutti del lavoro fatto lo scorso anno, quindi puoi bene immaginare la delusione e l’amarezza. Allo stesso tempo sono voglioso di poter tornare a fare qualcosa di importante".

Possibile che sia proprio la Fiorentina la spcietà che gli darà l'opportunità di rimettersi al lavoro. Petrachi sarebbe il preferito di Commisso e potrebbe essere lui il futuro direttore sportivo della Viola se l'avventura di Pradé in riva all'Arno dovesse volgere al termine alla fine di questa stagione. 

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