L’anno si è aperto con l’acquisto di Kokorin, praticamente un ex giocatore, e chiuso con l’ingaggio di Ikonè, dalla squadra campione di Francia. Praticamente la sintesi dei 365 giorni in viola.

Ci lasciamo alle spalle un 2021 double face, come i soprabiti o le monete, se preferite. Sulla Fiorentina pioggia e grandine nella prima parte dell’anno, arcobaleno e sole nella seconda metà.

Siamo passati dalla rassegnazione di Prandelli e dagli inutili suggerimenti di Iachini (ricordate il suo “gioca, gioca”?), alla frenesia contagiosa di Italiano. Dove hanno fallito due generosi cuori viola, è riuscito un emergente che in panchina pare il Diavolo della Tasmania dei cartoni animati, tanto è agitato e aggressivo.

Il colpo di fortuna che ha generato la svolta si chiama Gattuso, o forse Jorge Mendes. Italiano era il “piano B”. Chissà come sarebbe andata se… Certo è difficile pensare che il “piano A” avrebbe dato risultati migliori degli attuali.

In campo Italiano ha sovvertito le leggi dell’aritmetica. La media della somma dei voti, pur buoni, dei giocatori viola non coincide con la valutazione della prestazione di squadra, che è sempre superiore. Se nello scorso campionato due più due faceva tre, oggi fa cinque. Una moltiplicazione delle risorse a disposizione che, in alcuni casi, ha del miracoloso.

Prendete il reietto Saponara, l’appannato Bonaventura, il triste Biraghi, tanto per fare tre esempi. Dopo il “tocco” di Italiano Il primo pennella morbide parabole alla Botticelli, il secondo pare avere la sfera di vetro e sa sempre in anticipo dove arriverà il pallone, il terzo più che un capitano pare un generale tanto è autorevole in campo. Nemmeno la fatina di Cenerentola, capace di tramutare una zucca in una elegante carrozza avrebbe saputo fare di meglio.

Anno a doppia faccia anche sul fronte del “mattone”, tema caro al presidente Commisso quanto quello della classifica. Alla prima pietra del Viola Park (la cui costruzione procede spedita), ha risposto una pietra tombale sul progetto del nuovo stadio. Un duro colpo ancora non del tutto assorbito.

L’unico che di facce ne ha mostrata una sola (almeno in campo) è Dusan Vlahovic. Ha segnato nel primo semestre dell’anno e a continuato a farlo nel secondo. Salutarlo a giugno sarà doloroso. Tuttavia grazie ai suoi gol, se non gli si secca la vena, la Fiorentina potrebbe trovarsi in posizione assai più confortevole della semplice “parte sinistra della classifica”.

Ora, se oltre ad accogliere con il benvenuto la freccia francese riuscissimo a dare il benservito al bradipo russo, potremmo leggere segnali incoraggianti per il nuovo anno meglio che nei fondi del tè.


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