Da un pareggio in extremis all'altro. Sono passati tre mesi da quell'1-1 della Fiorentina contro il Genoa, firmato da Milenkovic all'ultimo respiro. Contro il Parma la squadra di Prandelli si è salvata esattamente allo stesso modo, sebbene stavolta a mettere il pallone in rete non sia stato il serbo bensì un giocatore avversario.

Tre mesi in cui le cose non sono cambiate molto, anzi dopo quella partita col Genoa la Fiorentina si trovava addirittura più vicina alla zona retrocessione rispetto a ora. La preoccupazione tuttavia resta, perché anche se adesso i punti di margine sono sei (ma solo potenzialmente perché il Torino ha due partite in meno) non bastano certo per stare tranquilli.

Eppure qualcosa di diverso c'è, a partire proprio dal significati di quei due gol a tempo scaduto. Perché se quello di Milenkovic aveva rappresentato un segnale d'orgoglio, di riscatto da cui ripartire, quello contro il Parma non è servito sostanzialmente a nulla se non a evitare la sconfitta. E pensare che anche Milenkovic, considerato uno dei pochi salvabili dopo il Genoa, ora si trova nel vortice delle critiche nell'ottica di un futuro lontano da Firenze.

Episodi simili a tre mesi esatti di distanza: la Fiorentina nel frattempo non è cambiata, così come la sua10 situazione in classifica. Nonostante la speranza di tutti, a questo punto evidentemente un'illusione, che questa stagione potesse essere diversa.


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