Amare, ovvero sentire e dimostrare amore per qualcuno, nelle varie accezioni che può avere la parola amore.


Lo dice la Treccani e quel “Firenze è casa mia” non può che essere definito amore.


Alia Guagni dichiara amore alla Fiorentina, ai suoi tifosi e a Firenze intera.


Il rinnovo della giocatrice viola è la dimostrazione che se ad un progetto ci si tiene, non esiste moneta che ti possa comprare.


Il Real Madrid era lì, alle porte. Professionismo, un contratto di livello internazionale (con un grande stipendio) e la fama di giocare in un campionato come la Liga Iberdrola.


Ma non c’è stata. Ha preferito Firenze ed il viola. Perché in Italia, Guagni ha giocato solo in viola.


Sin da quando era Firenze; da quando il calcio femminile era considerato uno sport di Serie B.


Poi una parentesi a stelle e strisce e poi di nuovo la Fiorentina. Quella col nome vero e la denominazione di Women’s.


L’ultima squadra a portare uno Scudetto alla Firenze sportiva.


Alia Guagni era, è e sarà la capitana della Fiorentina.


La stessa squadra da poco acquistata da Mr.Rocco Commisso che, fun dalla sua prima conferenza stampa, ha confermato l’interesse di far crescere la squadra gigliata femminile.


E quindi basta quel Women’s. Che diventi Fiorentina, proprio come quella dei maschi.


Alia Guagni è la capitana della Fiorentina ed una giocatrice della Nazionale.


Quella Nazionale allenata da Milena Bertolini capace di concentrare centinaia di migliaia di tifosi ed appassionati davanti alle tv per i mondiali.


Il Calcio Femminile in Italia è in crescita, sia a livello mediatico con la messa in onda televisiva delle partite su Sky, che come movimento.


Niente in confronto ad altri paesi europei, ma quell’eliminazione ai Quarti vale come una finale per le azzurre.


Perché il gesto di Alia Guagni rientra a pieno nella crescita di questo movimento.


La capitana resta in riva d’Arno con la speranza di vedere il calcio femminile allo stesso pari del maschile, almeno per quanto riguarda i contratti e il professionismo.


Gli altri sport “professionistici” al femminile hanno il dilettantismo al centro. La Pallavolo, sport più praticato dal gentil sesso nel nostro paese, è considerato uno sport da dilettanti.


Ma, di fatto, queste atlete non sono dilettanti, ma professioniste. Per orari di allenamento, partite ed impegno messo.


Alia Guagni e la sua dichiarazione a Firenze rappresentano un mondo visto poco negli ultimi anni viola.


L’amore per la maglia, per la città, per il simbolo col giglio.


“I giocatori si abitueranno a restare” ha detto Giancarlo Antognoni, uno che lascio la Fiorentina solo per giocare fuori dall’Italia, rifiutando importanti offerte.


E la Guagni è la prima che resta. Per amore. Perché il progetto creato da Sandro Mencucci, il Prof.Vincenzo Vergine con la scorsa proprietà ha portato i suoi frutti sia per trofei quanto per diffusione sul territorio.


Sono nate una Primavera competitiva e delle giovanili forti. Ed Alia Guagni arriva proprio da una crescita in viola iniziata con la maglia del Firenze e culminata in quattro stagioni in viola.


Lo Scudetto, le Olimpiadi e la Fiorentina al centro. Alia Guagni è un simbolo. E speriamo sia solo il primo caso di tanti.


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