Dite la verità, non vedevate l'ora che a Firenze arrivasse una nuova e freschissima polemica. La Fiorentina vince la sua terza partita di fila in Conference League e passa alla fase a eliminazioni. Per sapere se dovrà passare attraverso gli spareggi o sarà direttamente agli ottavi, bisognerà aspettare l'ultima partita del girone. Il passaggio del turno, intanto, è archiviato. Merito, tabellino alla mano, di Luka Jovic, che con una doppietta ha ribaltato la rete del vantaggio ospite firmata Aleksic.

Il campo ha poi raccontato un'altra cosa. Ancora troppi i gol mangiati dal serbo e dai suoi compagni che, se avessero sfruttato poco più della metà delle palle gol a disposizione, avrebbero raggiunto l'obiettivo dei quattro gol di scarto. Il Basaksehir, di fatto, oltre a quel gol in comproprietà con mezzo reparto difensivo viola, non si è mai reso pericoloso.

Gol sbagliati, gol fatti e un'esultanza che non va giù a tutti. Entrambe le volte, dopo aver messo la palla in rete, l'attaccante ex Real Madrid ha portato la mano alle orecchie, come fatto contro l'Inter. Non c'è due senza tre, dice il detto, ma questa ha tutta l'impressione di essere diventata la nuova esultanza dell'attaccante viola. E qualche fischio, anzi, più di qualche, all'indirizzo del giocatore è arrivato.

Sulla spiegazione del gesto, si può discutere un giorno intero: se rivolta alle critiche ricevute, se un modo per sentire l'esultanza dei tifosi. Ora si può anche discutere sul fatto di quanto sia utile questa polemica, soprattutto in un momento in cui la Fiorentina ha estremo bisogno di vincere, ha estremo bisogno di segnare, ha estremo bisogno dei suoi attaccanti. In Conference League, contro il Basaksehir ha fatto tutto questo e va bene così. Se Jovic preferisce rotolarsi per il campo dopo un gol, c'è da sperare che la sua maglia a fine partita sia verde, non viola.

Di modi di esultare ce ne sono tanti, ma anche di modi per segnare. Preferiamo i secondi ai primi. Miriamo al sodo.


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