La Fiorentina è in caduta libera. Lo dicono i numeri, il cui responso è impietoso e incontestabile. Nelle ultime 6 gare la squadra di Montella ha ottenuto una vittoria, due pareggi e tre sconfitte. Una media punti dello 0,83 a partita (complessiva sulle 13 gare disputate 1,23); la media gol subiti è di 1,66 (complessiva 0,66); le media gol fatti 1 (complessiva 1,23).

L’aereo viola precipita a vite e il pilota non riesce a manovrare la cloche per raddrizzare la situazione. Ha senso lasciargli la guida? Fuor di metafora credo ci siano dieci buoni motivi per chiedere la sostituzione di Montella, ormai avviluppato nella rete dei suoi errori.

Col passare delle giornate la Fiorentina mostra una preoccupante involuzione rispetto alle prime gare. Squadra giovane ma per niente brillante atleticamente.

Appare costantemente poco lucido e ancor meno tempestivo nei cambi. C’è una totale incapacità nel riuscire a ribaltare l’inerzia delle partite, indipendentemente dal risultato.

Non si dimostra capace di cogliere e sfruttare i punti deboli degli avversari. In compenso evidenzia benissimo le carenze della propria squadra e gli avversari ne approfittano.

Dopo 13 partite ancora non sappiamo il valore di alcuni giocatori come Pedro, Zurkowski, Ghezzal. In cosa si sostanzia l’anno di costruzione?

Le sue dichiarazioni sul valore della Fiorentina e le aspettative dell’ambiente sono un inno alla depressione. Se la squadra si affloscia non c’è da stupirsi.

A parte Ribery e Chiesa, la Fiorentina non ha una rosa di fenomeni, tuttavia l’organico è zeppo di nazionali ed è certamente superiore a quello di squadre che non è riuscita a battere o dalle quali è stata sconfitta.

Se si traccia un bilancio complessivo di Montella sulla panchina viola, compreso il finale della scorsa stagione, vengono i brividi.

L’allenatore ha un ruolo chiave come motivatore: le prestazioni della Fiorentina, mai una reazione veemente agli accadimenti in campo, dimostrano che sotto questo aspetto è quanto meno deficitario.

Il caso Chiesa non è un’esclusiva di proprietà e direttore sportivo. In attesa che venga scritto il futuro del giocatore, l’allenatore ha il compito di sfruttare al meglio la “risorsa” creando le condizioni più favorevoli perché questo avvenga. Ma così non è.

E’ sfortunato. Le decisioni arbitrali nella gara col Napoli, la squalifica di Ribery nel momento del bisogno, la doppia assenza sul centrocampo ieri, il grave infortunio a Pezzella, il muso lungo di Chiesa sono elementi che sfuggono al suo controllo e non sono una colpa. Però sono d’accordo con Napoleone il quale chiedeva ai suoi generali di essere preparati ma, soprattutto, fortunati.


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