Cabral o Piatek, Piatek o Cabral. È stato questo il dubbio esistenziale che ha accompagnato la Fiorentina nei giorni di avvicinamento alla gara contro la Lazio. Orfano di Vlahovic, mister Italiano avrà pensato a lungo a chi concedere la maglia da titolare al centro dell'attacco viola. Ad oggi però, dopo la disfatta casalinga contro i biancocelesti, il focus dell'analisi si sposta decisamente su un altro reparto del campo. 

La difesa della Fiorentina infatti fa acqua da tutte le parti. Come il Titanic subisce delle imbarcate che francamente si fa fatica a giustificare. 33 le reti subite in 23 gare da Biraghi e compagni, troppe per legittimare le speranze di un sogno europeo. A dir la verità, i numeri dicono che la Fiorentina vanta l'ottava miglior difesa del campionato.  

Ciò che preoccupa è piuttosto la discontinuità di una squadra capace di prendere quattro gol dal Torino in una partita senza alcun sussulto, di rifilare cinque gol al Napoli appena tre giorni dopo, e poi addirittura sei reti al Genoa senza subire gol, il tutto in una settimana. Dopo la sosta il blackout contro la squadra di Maurizio Sarri non era affatto preventivabile, ma probabilmente, ad oggi, la Fiorentina è questa. Una squadra che viaggia a corrente alternata, una difesa senza colonne portanti con Milenkovic e Biraghi che, di settimana in settimana, vedono cambiare i propri compagni di reparto. 

La scorsa estate Italiano si presentò a Firenze col motto: “Difendere bene e attaccare benissimo”, mantra che probabilmente necessita di un'attenta messa a punto. 

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