Come vi abbiamo raccontato, questa mattina la famiglia della Fiorentina si è riunita al centro sportivo per omaggiare Davide Astori. Fiorentinanews.com ha contattato Don Massimiliano Gabricci, che ha tenuto la commemorazione, per chiedergli quale atmosfera si respirava durante questo toccante momento:

Come si è svolta la cerimonia di questa mattina?

"E' stata una cosa tra pochi intimi. La Fiorentina ha fatto questa scelta, che condivido, anche per il momento di difficoltà che sta vivendo il nostro Paese. Siamo rimasti tra di noi, ma allo stesso abbiamo dato un messaggio alla città nel ricordo indimenticabile di Davide. E' stata una commemorazione semplice, con la lettura di un brano della Bibbia e una preghiera che si usa per ricordare i defunti. Io personalmente ho aggiunto due parole, comunque molto brevi. In totale la cerimonia è durata 10 minuti, ma sono stati 10 minuti di assoluto silenzio e di grande partecipazione emotiva, c'era una commozione davvero palpabile nell'aria".

Oltre alla famiglia della Fiorentina, era presente qualcun altro? 

"No, non c'era nessun altro. Nemmeno la famiglia, che non è potuta venire essendo Bergamo una delle zone maggiormente colpite dal Coronavirus. Ho comunque mandato un messaggio vocale ai genitori di Davide, ripetendo ciò che avevo detto nell'omelia".

Dei giocatori che vestivano la maglia viola quel tragico giorno, ne sono rimasti pochi. Ma come vivono il ricordo di Davide i nuovi arrivati?

"Ho parlato con alcuni calciatori, sia quelli che c'erano già sia quelli che sono venuti dopo. Devo dire che anche nei nuovi arrivati si percepiva tanta emozione. Si sono resi conto, oggi ancor di più, che Davide non è solo il ricordo di una persona cara che non c'è più, ma qualcosa di più importante per tutta Firenze. C'è una forte volontà di continuare a tramandare il ricordo di Davide per farlo rimanere vivo anche nei prossimi anni. Ma soprattutto c'è la volontà di tramandare e mettere in pratica il messaggio che lui ci ha lasciato: superare le frammentazioni e le divisioni vivendo in unità, anche semplicemente con un sorriso o con un rimprovero fatto nel modo giusto e con lo stile che lo contraddistingueva. Dopo la commemorazione sono andato nella sede della Fiorentina e ho visto lo striscione lasciato dai tifosi, fermandomi davanti a esso quasi in preghiera. Su quel telo è scritta la parola "eterno", ed è vero: è l'eternità che lega Davide alla Fiorentina".


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