Sfortuna. Casualità. Episodi. Quasi mai paroline come ‘errori’, ‘sbagli’. Il calcio è di chi sbaglia meno. Oggi, al quarto anno di gestione Commisso, è evidente che qualcosa dal punto di vista tecnico all'interno della Fiorentina non sta andando come tutti potevano immaginare.


Eppure questa nuova proprietà ha speso. Anche tanto. E’ vero, che l’ultimo bilancio è andato fortemente in attivo, ma è altrettanto vero che il monte ingaggi gigliato è da Europa. Evidentemente si è sbagliato tanto, non solo dal punto di vista degli stipendi, ma anche dei cartellini. Sarebbe fin troppo facile ricordare quanto siano stati pagati Duncan, Ikone, Cabral, ma la lista è lunghissima e non è soltanto questo il tema. Il tema è capire come fare a cambiare rotta. Perché se così non fosse, il problema è maggiore e magari anche irrisolvibile.


Ci piace e siamo contenti che la Fiorentina abbia i conti più che a posto. Ci piace ricordare che questa società deve fare i conti con introiti bassi, a causa anche del fatto di non avere uno stadio di proprietà. Tutto vero. Ma per storia, recente e passata, la Fiorentina è quantomeno stesse condizioni della Lazio, dell’Atalanta, del Napoli che probabilmente vincerà lo scudetto e che soltanto una manciata di anni fa era in Serie C, ripartito dalle ceneri proprio come i viola. E allora di cosa stiamo parlando? Riportiamo il pallone al centro del campo e parliamo di calcio. Basta parlare solo di soldi, di impianti, di plusvalenze, di bacini di utenza.


La verità è che in questi ultimi dieci anni il calcio è stato fatto bene da altre parti, non a Firenze. Bene avevano fatto solo i Della Valle, nella loro prima parte di gestione, con una squadra da Champions e in Champions. E poi anche quando alla guida c'era Montella: ai tempi le prime tre andavano nell’Europa più bella, non la quarta classificata, altrimenti i viola ci sarebbero andati per diversi anni di fila. Ma la differenza è anche un’altra. L’Atalanta tiene Gomez e Muriel per anni e tanti altri. La Lazio Immobile e Milinkovic-Savic e tanti altri. Il Napoli idem e quando vende dopo un bel po’ di tempo i suoi migliori (vedi Higuain e Koulibaly per fare due esempi noti a tutti) reinveste i soldi migliorandosi ancora. Firenze, ormai, è un porto di mare. I migliori rimangono il tempo di una stagione (a volte nemmeno quella) fatta bene e poi vengono ceduti. E così, mai, si costruisce un'idea di squadra vera e forte nel tempo.


Gli ultimi anni dei Della Valle e i primi di Commisso, per adesso, sono praticamente identici. Se non ci fosse stato un cambio di proprietà, probabilmente, nemmeno ce ne saremmo accorti sul campo. Vero, c’è un Viola Park in più (da applausi), ma anche un entusiasmo che sta sempre più scemando, questa volta battendo ogni record. Qual è la direzione? Dove va questa Fiorentina? Cosa accadrà dopo l’inaugurazione del Viola Park? A parole non ci viene spiegato, oppure non siamo abbastanza attenti nel capirlo. Guardando quello che accade, qualche dubbio è più che legittimo. Anche sul prossimo futuro.


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