Nel calcio va di moda salire e scendere dal carro in continuazione o sparare sentenze apparentemente definitive, magari a caldo. E ieri sera da quello di Dusan Vlahovic sono scesi quasi tutti, d'altra parte il suo errore clamoroso sotto porta è costato caro ma a lasciare senza parole è stato un po' il suo approccio alla gara, compresa la sua postura al momento del tiro davanti ad Handanovic, con il pallone finito fuori di tantissimo rispetto alla corta distanza del tiro. Eppure da lui sono arrivati segnali e colpi da calciatore vero nei mesi scorsi, sembrava la classica storia del centravanti che arriva dalla Primavera e si impone gradualmente fino a diventare titolare. Da un lato però l'unica punta utilizzata da Iachini, dall'altro il suo impatto via via sempre meno influente dopo i suoi ultimi ingressi in campo (fino a quello di ieri che è stato purtroppo dannoso, anche sul gol di D'Ambrosio). Un trend che rende difficile sostenere la posizione dell'attaccante serbo, patrimonio che comunque la Fiorentina non vuole e non può disperdere. E dunque la considerazione principale: è davvero a posto così l'attacco viola? Con un Kouame positivo ma non propriamente implacabile, le difficoltà di Vlahovic e un Cutrone che arriva dopo di loro e che non sembra entusiasmare il tecnico. Riflessioni obbligatorie, per un reparto forse da aggiustare ma anche per un ragazzo talentuoso che ad appena 20 anni non può essere certo mandato al macello.


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