La classifica della Fiorentina fa tristezza e tra poco potrebbe far paura. Il calendario è tremendo. Quella contro il Genoa dovrà essere vissuta come la partita della vita, perché poi ci saranno Atalanta e Sassuolo.

A Milano, contro la prima della classe (priva però del suo miglior calciatore), si è vista la differenza tra una squadra che vola sulle ali dell’entusiasmo, e undici giocatori che stanno cercando, con grande sofferenza, di ritrovarsi. Il tentativo è quello di guardare soltanto gli aspetti positivi, che comunque ci sono stati: tre occasioni limpide da gol, maggiore dinamicità rispetto agli ultimi due mesi, evitata l’imbarcata che ad un certo punto poteva anche starci. E poi la condizione fisica di qualche calciatore che finalmente sta crescendo: Castrovilli e Vlahovic, ad esempio.

Male, ancora troppo male Amrabat, Caceres, Biraghi e Pulgar, in tanti momenti della gara poco lucidi, confusionari, fuori dall’impatto emotivo della sfida. Ma nessuna scusa, al di là delle decisioni arbitrali, al di là del palo di Vlahovic, al di là di un buon inizio di gara, non ci sono scusanti. Troppo più forte il Milan per un milione di motivi. Per questo occorrerà, in questa settimana, lavorare sulle cose positive. Creare il clima giusto, per non ‘ammazzare’ emotivamente una squadra e un gruppo di giocatori che sembra soffrire clamorosamente di carattere. Questa Fiorentina, presa come nomi, non è neanche malaccio. Ma alla prima difficoltà va in crisi, affoga.

E poi c'è Ribery, che rischia di diventare un problema. Qualcosa inventa, ma per gran parte della gara sparisce dalla partita. E si intestardisce in quegli ‘uno contro uno’ che spesso e volentieri lo vedono sbattere contro il difensore avversario, senza passare la palla, senza cercare altre soluzioni. Toccherà a Prandelli capire se, in questo momento, occorre insistere su un ‘campione’ in difficoltà o se, invece, provare a cambiare qualcosa. Ma quali sono le alternative? La verità è che Ribery rimane una delle poche speranze. Recuperarlo, sia fisicamente che mentalmente, potrebbe essere una delle poche medicine per uscire da questa difficile situazione.

Il destino dell’allenatore viola, già alle prese in campionato con due sconfitte consecutive e con zero reti realizzate all’attivo, passa ancora una volta da quella partita. Da quel Fiorentina-Genoa che due estati fa lo vide salvarsi, assieme ai viola, all’ultima giornata di campionato. Qui la situazione è diversa, il tempo per fortuna è molto di più, siamo ancora nella prima parte di stagione. Ma, paradossalmente, c’è fretta nell’invertire la rotta. C’è bisogno di ferocia, c’è bisogno di recuperare prima il pallone, c’è bisogno di aumentare l’intensità nelle trame di gioco e nell’aggredire gli avversari. Altrimenti questo buio, potrebbe diventare tempesta. Ma, appunto, c’è ancora la possibilità di intravedere un po' di sereno.


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