Tramite il suo libro Un Capitano, l'ex condottiero giallorosso Francesco Totti racconta le emozioni di quano Batistuta affrontò la Fiorentina da ex: "Avevo grande rispetto per i sentimenti di Batistuta. Anche perché per tutta la settimana non solo non si preoccupa di nascondere il malumore, ma lo espone per farci capire quanto gli sta costando. La Fiorentina di quell’anno è una squadra interessante, guidata da uno strano allenatore turco, Fatih Terim, pomposamente detto l’Imperatore. Un personaggio. Naviga a metà classifica, ma giocando bene: e negli occhi dei vecchi compagni di Gabriel, quella sera, si legge amicizia ma anche la voglia di fargliela vedere. Quando lo 0-0 ormai incombe, ecco la prodezza: Guigou, da poco entrato, gli allunga di testa un pallone a una ventina di metri dallaporta, in posizione centrale. Il rimbalzo è perfetto, l’impatto del destro di Gabriel devastante perché la traiettoria di collo pieno è arcuata quanto basta per scavalcare il mio amico Spilungone – sì, all’Europeo avevo ribattezzato così Francesco Toldo. Sono situazioni un po’ strane queste in cui tutti festeggiano – non c’è momento più travolgente nelle nostre vite dei dieci secondi successivi a una rete – mentre il protagonista non ci riesce. Bati ci abbraccia forte ma non dice mezza parola. È un gol importantissimo, in classifica porta a tre i punti di vantaggio sulla seconda, che diventa l’Atalanta. Ed è un gol che celebriamo a lungo, ma quando torniamo al centro del campo perché la Fiorentina sta per riprendere il gioco, vedo Bati asciugarsi le lacrime con la manica della maglia. Non è sudore, sono lacrime vere. Non festeggerà nemmeno nello spogliatoio".


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