Calciomercato.com fa trapelare alcune delle conversazioni contenute nella famosa chiavetta di Luciano Moggi, quella che l’ex dirigente della Juve consegnò ad Andrea Agnelli alla fine di dicembre dello scorso anno all’assemblea dei soci, dopo la nomina del nuovo CdA bianconero. Tra questi ci sono gli scambi telefonici tra Meani e l’arbitro Massimo De Santis prima di un Milan-Fiorentina con la prima in lotta per la retrocessione e la seconda in lotta con la Juve per il titolo:

"Tutti hanno visto cosa è successo in campo: compreso il rigore non dato alla Fiorentina per intervento di Pancaro su Pazzini; senza ammonizioni per nessuno, nonostante il gioco rude. Qui non si può tacere in merito alla telefonata del 29.4.2005, prima della partita arbitrata da De Santis:

M: Ti spiego domani dov’è per te la madre di tutte le battaglie, noi domani abbiamo Nesta che è diffidato.

D: Eh OH, non facesse lo scemo perché io dopo quello che ho fatto a Torino non posso fa diversamente…

M: Certo Certo…non deve fare lo scemo…però dico non inventare un cazzo se no ti viene fuori un disastro…

D: Anche perché io a Torino alla fine c’avevano due diffidati, tutti e due li ho presi eh!

M: la madre di tutte le battaglie è quella li che i nostri giornalisti e tutto l’ambiente è li che ti aspetta che se viene fuori una cosina su Nesta di ammazzano.

La partita fu rude: i giocatori della Juve volevano fare dichiarazioni dopo aver visto gli highlights della partita, ma Moggi impedì tale fatto facendo fare silenzio stampa alla squadra. Il lunedì successivo alla partita Milan-Fiorentina De Santis telefonò a Meani e gli disse: “Hai visto: sono riuscito a far fare silenzio stampa alla Juventus” e Meani: “sei un amico. Lo dirò al capo!”.

Da parte sua, scrive la testata, il Presidente Federale Carraro, che a suo tempo era stato Presidente del Milan, evidentemente prediligeva i colori rossoneri a quelli bianconeri, mettendo in un cantone la terzietà che dovrebbe essere usata da chi ha un ruolo istituzionale. Si interessava della retrocessione delle squadre, soprattutto non voleva che retrocedessero Lazio e Fiorentina.


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