Alti e bassi, la Fiorentina di Vincenzo Italiano non riesce a trovare continuità, per gli amanti delle statistiche e dei risultati live Serie A, difficilmente ricorderà di una viola che ha sbloccato il risultato nei primi minuti di gioco. Evidenti le difficoltà offensive, Luka Jovic non è ancora entrato nei meccanismi del tecnico siciliano e potrebbe lasciare la Toscana già nella sessione invernale di mercato, Cabral è molto discontinuo e macchinoso nei movimenti, l’unico invece che a sprazzi riesce a creare qualcosa lì davanti è Kouame. Passato da oggetto misterioso, a jolly offensivo, adesso pedina imprescindibile per la Fiorentina. Abbandonato definitivamente il 4-3-3 l’ex tecnico dello Spezia punterà proprio sul duttile calciatore ivoriano, come unica punta per il nuovo 4-2-3-1. Disegnato per permettere gli inserimenti del sempre verde Bonaventura e contare sulla sgasate di Ikonè e Saponara sulle corsie laterali.

Fondamentale il recupero nella zona mediana del rettangolo verde di Sofyan Amrabat, che dopo aver disputato un mondiale superlativo con il suo Marocco, arrivato comprensibilmente spremuto, adesso è pronto a fare da diga davanti alla difesa con la sua capacità di recuperare palloni e far ripartire l’azione.

Resta un rebus da risolvere la difesa, Dodò sul versante di destra, ancora non convince. Venuti è considerato un rincalzo, Milenkovic non è più quello delle ultime stagioni e spesso viene messo in ballottaggio con Martinez Quarta. L’unica nota positiva del reparto arretrato è Igor. Diventato leader indiscusso di una difesa non sempre perfetta per usare un eufemismo.

Commisso sogna l’Europa, ma le incognite sono tante e ad oggi la rosa a disposizione del tecnico probabilmente non è adeguata. Italiano riuscirà davvero a trovare la quadra? Adesso il bel gioco va messo da parte, servono i risultati.

Il mercato di gennaio per adesso ha visto praticamente solo uscite, Maleh si è accasato al Lecce, Zurkowski allo Spezia, Benassi alla Cremonese. E' arrivato il solo Sirigu, con Gollini passato a Napoli.

Sembrano lontani i tempi in cui al “Franchi” ci si divertiva e si sognava in grande, quelli del primo Prandelli, dove i sogni diventarono realtà, dove Mutu a suon di gol si inchinava davanti alla “Fiesole”, quelli di Toni scarpa d’oro e per finire i tempi di Gilardino. Le notti vittoriose ad Anfield, appaiono lontane anni luce, cosi’ come sembra lontano un bomber che possa garantire quei 15/20 goal in campionato che necessitano per piazzarsi nei piani altissimi della classifica del nostro campionato.

La stagione è ancora molto lunga per fortuna di Italiano e dei tifosi viola, ma urge una sterzata, altrimenti si rischierà di incappare in una stagione anonima, che a Firenze tra una buona bistecca e dell’ottimo Chianti renderebbe tutto indigesto e difficilmente perdonabile.

 


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