L'amichevole tra Fiorentina e Qatar, conclusa 0-0, ha lasciato diversi spunti di riflessioni dai quali poter ripartire in vista del prossimo impegno con il Betis Siviglia. La squadra schierata da Vincenzo Italiano, diversa da quella che ha affrontato il Galatasaray, ancora una volta presentava un mix tra giocatori considerati titolari e riserve.

Una partita giocata a ritmi bassi, complici i carichi di lavoro che ancora devono essere smaltiti, ma che ha fatto emergere alcune considerazioni. In primis si vede che gli schemi di gioco e le idee tattiche dell'allenatore sono in fase di assimilazione: è presto per parlare di automatismi. Inoltre rispetto all'anno passato si è vista una maggiore ricerca della verticalità, come dimostrano le occasioni di Saponara e Ikoné che hanno tagliato dentro il campo alle spalle della difesa per essere lanciati dalla trequarti e trovarsi soli davanti al portiere.

E qui si arriva al problema del gol per la Fiorentina: come con la Triestina ancora una volta i Viola si sono fatti ipnotizzare dall'estremo difensore avversario. Manca ancora la giusta cattiveria sotto porta. Un dilemma da risolvere, soprattutto in vista di quelle partite in cui contro squadre chiuse le occasioni a disposizione e capitalizzare dovrà essere l'imperativo per non perdere punti per strada come accaduto la scorsa stagione.

Infine merita attenzione la fase difensiva. Il ritorno di Milenkovic ha garantito equilibrio e soprattutto pulizia mentale nell'affrontare le diverse situazioni di gioco. Il Qatar non ha mai davvero impensierito la difesa viola ma i segnali di ieri sono più che positivi in vista della prossima stagione. Proprio il reparto difensivo, con la difesa alta, è da sempre il tallone d'Achille di mister Italiano e quindi non c'è notizia migliore di questa: una squadra che si trova sempre più a suo agio nelle chiusure e nel non concedere occasioni agli avversari.


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