Cari Della Valle, ma perché Chiesa se ne deve andare? Cari Della Valle, ma perché Chiesa deve essere venduto al migliore offerente? Domande, che facciamo. Siamo stanchi, un po' tutti, di dare per scontate certe cessioni. E allora, Firenze, ha deciso di fare muro contro muro, come accadeva un tempo, Baggio, ad esempio. Perché Chiesa non è Bernardeschi, è molto più legato al colore viola e ha un trascorso diverso. Questa Fiorentina oggi, ce lo hanno detto loro, ha ripianato le pendenze, non ha più bisogno di vendere. O meglio, può vendere tutti, tranne lui. Mettiamogli un prezzo simbolico: duecento milioni. Visto che siamo a sparare in alto, in un calcio sempre più lontano dai reali problemi del Paese, facciamolo noi il prezzo. Cominciamo a fare come il Napoli, che sa fare calcio molto bene, che Mertens, Insigne, Hamsik se li tiene per un bel po' di anni. E magari 'vendiamoli' quando hanno trent'anni, dopo averli spremuti bene bene. Accadde anche con Batistuta alla Roma, niente di male. Ci sta. Ma basta con questa storia: "Per 70 milioni Chiesa lo porto io all'Inter". Chiesa, se deve essere venduto, che lo vendano loro: i Della Valle. Non Firenze, non i tifosi, non la Curva Fiesole. Basta dare per scontate le cose. Se accadrà, che qualcuno si sporchi le mani, e forse anche la faccia. Perché oggi la Fiorentina non ha bisogno di soldi, può aumentare il monte ingaggi (parola di Corvino) e può resistere alle lusinghe. D'altronde, il pezzo grosso, la Fiorentina lo ha già venduto. E si chiama Zaniolo, purtroppo a zero. E poi Bernardeschi, a 40 milioni, alla Juventus. Particolare non da poco.

Che nessuno tocchi Chiesa, questo il nostro appello. E presto anche il tifo Fiorentina dirà la propria, in modo chiaro e netto. Diamogli tre milioni all'anno. Nessuno si arrabbierà, è il più forte, è la nostra bandiera, è il nostro mazzo di rose nel mondo. Basta lodarsi di avere il miglior settore giovanile in circolazione, per poi fare da concessionaria di giovani talenti. Non si vincerà niente, non torneremo più a vincere uno scudetto, ma almeno i nostri giovani teniamoceli. Ci fanno divertire. Poi a trent'anni se ne riparla, ma non prima. Altrimenti davvero, cominciamo ad andare al cinema la domenica.


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