Dopo la deludente parentesi in Turchia, è tempo di vacanze per Erick Pulgar. Il centrocampista di proprietà della Fiorentina ha rifiutato di recente la chiamata in nazionale (per “motivi personali” è la comunicazione ufficiale), chiudendo in anticipo la peggior stagione della sua carriera. Eppure, Vincenzo Italiano ci aveva provato a dargli spazio, soprattutto all’inizio quando Torreira doveva trovare la forma e Amrabat calarsi in un ruolo non suo. Le appena 8 presenze tra agosto e dicembre, però, non sono bastate a confermare la fiducia che poi è venuta meno nel mercato di gennaio. Tra il cileno e Amrabat, venne scelto il primo come “vittima sacrificale”, cercando di recuperare in parte anche l’oneroso investimento dell’ex Verona. Come è andata al Galatasaray poi lo sa solo Pulgar. Un rinforzo fortemente voluto dal presidente Burak Elmas il cui prestito però è finito quasi subito. 11 partite in Süper Lig (e zero in Europa League) non hanno convinto né il giocatore né la società di Istanbul a proseguire i rapporti.

Quando tornerà a Firenze, Pulgar non troverà spazio. La volontà dell’allenatore e della società viola di puntare su Sofyan Amrabat è chiara. Lo è stata già dalla scelta di non riscattare Torreira e così confermata dal fatto che l’agente di Florian Grillitsch si trovi in queste ore nel capoluogo toscano. Con un mediano in più e uno in meno, comunque il destino di Pulgar è lontano dal Franchi. Le prossime mosse della dirigenza saranno quelle di trovargli una destinazione gradita, dove poter risollevare una carriera che non è mai veramente decollata. Dopo l’exploit di Bologna, il regista non si è ripetuto in viola, nonostante i 12,3 milioni di euro che ci erano voluti per strapparlo alla concorrenza.

Il suo contratto scade nel 2023 e un possibile prolungamento è decisamente da escludere. Colui che doveva essere il cervello della Fiorentina, adesso dovrà cercare di far rientrare qualcosa per evitare un’importante minusvalenza. Il suo entourage dovrà sondare il terreno con potenziali acquirenti -presumibilmente all’estero- per non far naufragare anzitempo una carriera che è apparsa costante soltanto con la maglia de La Roja. Quel Cile con cui ha vinto una Copa America nel 2016 e lo stesso a cui questo giugno ha preferito il mare.


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