Va bene le dichiarazioni di facciata, il cosiddetto "calcese" ma a tutto c'è comunque un limite. Già ad ottobre, dopo la sconfitta con la Samp e la clamorosa decisione di attribuire a Chiesa la fascia da capitano, a poche ore dal suo passaggio alla Juventus, Beppe Iachini ebbe a dire che "non sapeva" dei rumors di mercato e per lui l'assegnazione era semplicemente frutto della gerarchia, mancando quella sera sia Pezzella che Ribery. Ieri il tecnico si è espresso sulle parole di commiato di Milenkovic, provando a spegnere il fuoco della polemica: non che l'addio ultra probabile del serbo sia una sorpresa, come non lo era quello dell'esterno azzurro, ma quel che costerna francamente è la serenità con cui determinati messaggi si fanno trapelare neanche troppo subdolamente, per poi cercare mascherarli con gesti e dichiarazioni maldestre. Una conferma ulteriore, se vogliamo, di quanto nella Fiorentina di quest'anno non abbia funzionato niente, dal campo all'extra campo.


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