Un decennio è andato in archivio. Dieci anni che hanno visto la Fiorentina oscillare tra grandi partite europee, salvezze arrivate alle ultime giornate o minuti di campionato e stagioni di grigio anonimato. Gioie, dolori, vittorie, sconfitte clamorose e una tragedia che rimarrà purtroppo indelebile e per sempre dentro i cuori di tutti. Noi, proviamo a mandare indietro il nastro, raccontandovi in ordine cronologico (non anno per anno) gli avvenimenti della decade viola.

2010 – L’OLANDESE GUASTAFESTE
Sono i primi giorni di marzo e una sconfitta contro la Juventus tra le mura del ‘Franchi’, passa in cavalleria senza troppi patemi. Il motivo? Tre giorni dopo la Fiorentina di Cesare Prandelli si sarebbe giocata l’accesso ai quarti di finale di Champions League contro il Bayern Monaco dopo la sconfitta all’Allianz Arena firmata da Ovrebo. Al ‘Franchi’, Vargas e una doppietta di Jovetic fanno sognare Firenze. Poi, ci pensa un’olandese guastafeste a rovinare i piani (meglio non usare la parola “progetti”) viola. A niente valgono gli ultimi sforzi, l’olandese dal sinistro volante spedisce fuori dalla Champions League la Fiorentina. Ps. Tutti si ricordano Robben, ma alzi la mano chi ancora non ha perdonato a Ribery l’assist del 2-1…



2012 – SPROFONDO ROSSI (DELIO)
La Fiorentina naviga nell’anonimato per più di metà stagione a braccetto con Sinisa Mihajlovic. Quando la situazione si fa critica, ecco il cambio al timone. Via il serbo, dentro Delio Rossi. L’incontro tra Fiorentina e Juventus del 17 marzo 2012 rimarrà nella mente di tanti tifosi viola prima di essere fortunatamente spazzato via un anno, sette mesi e tre giorni dopo. Al ‘Franchi’ succede di tutto; Cerci viene espulso dopo pochi minuti, la squadra si innervosisce e soprattutto, guarda attonita la prima Juventus di Conte che corre, segna e umilia le undici (poi divenute dieci) maglie viola in campo. Il tutto finisce con la squadra bianconera che rifila la manita alla compagine di Delio Rossi, mentre il pubblico abbandona lo stadio. E pensare che la Curva Fiesole, come sempre vestita a festa, dipinse proprio una maglia viola all’ingresso delle squadre in campo. Chissà, forse qualcuno aveva predetto l’espulsione di uno degli uomini delle pernici. Prendiamola con ironia, il fondo fu toccato bruscamente (e il tecnico poi scavò ulteriormente prendendo a schiaffi Ljajic contro il Novara), ma la rinascita era dietro l’angolo.



2012 – IN PLATEA ALLA SCALA
Autunno 2012, la prima vera dimostrazione di forza della prima Fiorentina di Montella. A San Siro va in scena un vero e proprio show; è la nascita del tiki taka viola. Borja Valero, Pizarro e Aquilani giocano una partita sontuosa, con lo spagnolo e l’ex numero 10 viola che timbrano anche il cartellino. Dopo due anni di grigiore, il pubblico fiorentino capisce che è tutto vero: si può tornare a sognare. E’ una Fiorentina spensierata e sbarazzina, diversa da quella elaborata e concreta di Prandelli ma che forse, farà divertire ancora di più. E spettacoli di questo tipo, spesso e volentieri, andranno in scena anche nei due anni e mezzo successivi…



2013 – LA STRADA DEI SOGNI
Fiorentina-Juventus 4-2. Nelson Mandela affermava che “Un vincitore è semplicemente un sognatore che non si è mai arreso”. E se nel bivio della vita o di una partita di pallone esiste una strada dei sogni, il 20 ottobre 2013 la Fiorentina riuscì a mettere la freccia al momento giusto. Una rimonta, una partita, quasi troppo bella per essere vera. Un pezzo di storia viola, una tripletta eterna di un calciatore, Giuseppe Rossi, che con la squadra gigliata ha avuto in comune molto. L’alchimia tra la classe calcistica e la bellezza artistica della città; una maledetta sfortuna sempre in agguato dietro l’angolo. Da aggiungere rimane poco, le urla, le facce incredule, il fumo e il colore dei fumogeni invece, rimarranno per sempre.

2014 – PAURA E INGANNO
Finale di Coppa Italia, Fiorentina-Napoli 1-3. Non è ancora ora di pranzo quando le carovane viola si muovono speranzose verso Roma per assistere ad una finale di Coppa Italia che manca da 13 anni. Le voci iniziano ad arrivare dalle 16 in poi: i tafferugli nella capitale non sono roba di poco conto e un tifoso del Napoli rimane vittima di una sparatoria e morirà qualche giorno dopo. Cala il sipario sul pallone, si accendono i riflettori della paura. Alle 21.30, ancora la partita non è iniziata. La finale tanto sognata diventa un tunnel dell’inganno senza fine. Il rammarico più grande forse, è proprio questo…



2015 – CHIAVE INGLESE
Fiorentina-Tottenham 2-0. A volte capita che il migliore degli orefici debba trasformarsi in carpentiere per necessità virtù. Dopo l’uno a uno di Londra, Montella capisce che per passare il turno, dovrà ritoccare le abitudini della sua creatura. La chiave inglese di quella sera, è la più classica delle strategie italiane: squadra bassa (tanto per non usare il termine ‘catenaccio’) e ripartenze. Risultato? Due gol sfruttando gli spazi concessi dalla retroguardia del Tottenham con Mario Gomez e Salah. Un successo di spessore in una notte europea dolce come lo zucchero filato.

2015 – TORNEREMO GRANDI ANCOR?
Fiorentina-Atalanta 3-0. L’avvio di campionato della squadra allenata da Paulo Sousa è merce rara. I numeri sono da stropicciarsi gli occhi e i gigliati si ritrovano primi in classifica dopo 17 anni dall’ultima volta. Fa quasi spavento rileggere le statistiche di quella sfida. 29 tiri totali della Fiorentina contro i 5 dell’Atalanta con il 67% di possesso palla a favore della compagine gigliata. “Torneremo grandi ancor?”.



2018 – UN CAPITANO PER SEMPRE
4 marzo 2018. “C’è solo un capitano”, cantano i tifosi viola in Piazza Santa Croce. No, purtroppo non c’è da festeggiare nessuna coppa, ne da osannare colui che l’ha alzata al cielo. Il capitano della Fiorentina, Davide Astori, nella notte del 4 marzo è venuto a mancare. Il dolore è forte e ha poco a che vedere con il calcio. Davide era il collante dello spogliatoio viola, colui che riprendeva i più giovani e sollecitava i più “vecchi”, compresa la proprietà. Il dolore di tutti, compreso quello dei suoi compagni, sarà impossibile da cancellare, ma quello che calcisticamente parlando succederà nelle settimane successive, sarà la chiara dimostrazione di cosa rappresentasse veramente Astori per tutti.



2019 – “CHE CE SIETE VENUTI A FA?”
Fiorentina-Roma 7-1. Il percorso dei gigliati in Coppa Italia è, come spesso accade, tortuoso e pieno di insidie. I viola di Pioli non si fanno spaventare e dopo pochi minuti Chiesa trafigge la Roma e dedica il gol a Davide Astori. L’incontro si trasformerà ben presto in un vero e proprio festival a cui parteciperanno un po’ tutti mandando una città intera in estasi. Non sarà la vittoria della svolta all’interno della stagione gigliata, ma il risultato da pallottoliere rimarrà scritto a caratteri di fuoco negli almanacchi. Qualcuno si chiede ancora cosa sia venuta a fare la Roma a Firenze quella sera…

Rocco Commisso mostra la sciarpa della Fiorentina. Foto: Fiorentinanews.com


2019 – FIRENZE D’AMERICA
6 giugno 2019, un’altra giornata storica nel decennio viola. Dopo 17 anni, la famiglia Della Valle vende la Fiorentina e lascia il mondo del calcio. La prima proprietà straniera approda a Firenze portando tanta ‘americanità’ nel capoluogo toscano. “Fast, fast, fast” e tanta voglia di vincere, i nuovi mantra della proprietà entrante. Con buona pace alle plusvalenze e agli ultimi mesi di guerra fredda (ma neanche troppo fredda) tra i Della Valle e Firenze. Dopo un decennio caratterizzato da grande premesse, giovani fuoriclasse e occasioni mancate, è l’inizio di una nuova era. Pronta a continuare nel nuovo decennio.


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