Non c'è dubbio che la situazione ideale sarebbe quella di una rosa costruita su tanti talenti fatti in casa, in grado di fare la differenza in campo ma anche nelle liste perché, in particolare per le coppe europee, l'esigenza dei 25 con almeno 4 cresciuti in vivaio nazionale e altri 4 nel vivaio del club è stringente. Fuori dall'utopia, la Fiorentina ha pescato Cerofolini, Venuti, Ranieri e Sottil per soddisfare il secondo criterio: di fatto un titolare (quando integro), una riserva e due poco più che figuranti visto l'impiego da parte di Italiano.

Diverse le regole invece per la Serie A, dove c'è un limite molto più blando, in particolare per gli Under 22, i nati cioè dopo il 2000 (è un limite che naturalmente si sposta in avanti di un anno ad ogni avvio di nuova stagione): questi infatti non vanno registrati e la loro integrazione in rosa è dunque libera. E' una strada questa che la Fiorentina non ha minimamente battuto, andando su pedine già in età matura, provando a soppesare la lista europea con quella del campionato. Scelta lecita che però non può rappresentare un alibi in sede di mercato, dove qualcosa per il futuro si può sempre fare, limitando alcuni inserimenti magari al campionato se per la Conference si è già a posto. Non va dimenticato infatti che per la Uefa, a gennaio si possono operare al massimo 3 cambi in lista: uno di questi sarà il reintegro di Castrovilli. Paletto anch'esso non presente sul regolamento Figc.

Non c'è solo la plusvalenza tra gli incentivi del mercato green insomma: se ci fosse esigenza di allargare la rosa, i millennials non rappresenterebbero problemi almeno per il campionato. Chiaro che prima di prendere un giocatore e negargli impiego in Conference per questioni di regolamento, la Fiorentina dovrebbe pensarci bene, onde evitare nuovi casi-Rosati.


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