La vittoria della Fiorentina ai danni dell’Udinese, prima della pausa, vale davvero il triplo: questo perché la squadra di Montella potrà preparare i prossimi match ben consapevole della crescita dimostrata. È importante ricordarlo, anche se sembra banale perché, come dice il saggio Zeman, “il risultato è casuale, la prestazione no”. Dunque la Fiorentina può contare adesso non solo su ottime prestazioni, ma anche su nove punti nelle ultime tre gare di campionato. Le prestazioni, più o meno, c’erano già sin dagli esordi (ad esempio contro Napoli e Juventus) ma a mancare, in quel caso, erano stati proprio i punti classifica, ed era la cosa che maggiormente preoccupava tutto l’ambiente viola.

Come dicevamo, ripartire dopo la sosta con questo score positivo è linfa vitale per i giocatori viola. Tutto ciò deriva dal gol-partita di Milenkovic, ovvero il difensore in dubbio fino all’ultimo: è servita la sua rete, anche per dimostrare che tutti i calciatori gigliati, in puro stile Montella, possono segnare. Un gol di un centrale difensivo è importante anche perché va a rafforzare questa convinzione, specialmente se si tratta di palloni provenienti da calci da fermo. Poi esiste un’altra consapevolezza, stavolta di tipo pratico, ossia quella di poter migliorare la fase realizzativa dai calci d’angolo. La consapevolezza mentale, comunque, che ogni giocatore ha la potenzialità e il margine per segnare è fondamentale, specialmente in un contesto di “orchestra” e non di una squadra al “servizio delle star”. Il “rischio” (ce ne fossero di rischi così!) di trasformarsi in una squadra al servizio di una star era molto concreto dopo l’arrivo di Ribéry e con la permanenza dello stesso Chiesa... e invece la Fiorentina si dimostra in tutto e per tutto una squadra al servizio... della squadra. Ve ne siete accorti, vero? Alla sua uscita dal campo, Ribéry ha proseguito correndo letteralmente in direzione dell’azione di gioco, direttamente da bordo campo: un’immagine che vale più di mille parole e che ci dimostra quanto il fenomeno francese sia ormai una cosa unica con resto del gruppo, oltre a dimostrarci quanto essere “star”, in un’orchestra, sia decisamente più bello e appagante.

Capitolo formazione: la Fiorentina, ad oggi, non ha ancora cambiato nulla in termini di schieramento. “Squadra che vince non si cambia”, ma arriverà comunque il tempo di cambiare, gioco forza. La grande sfida di Montella sarà proprio questa: rischiare qualcosina, proponendo nuovi interpreti all’occorrenza, specialmente quando qualcuno dovrà naturalmente “tirare il fiato”. Il lavoro di squadra a livello mentale, ovvero la crescita del gruppo, passa proprio da questo aspetto, poiché quando la squadra è davvero matura, gli interpreti al suo interno possono essere cambiati con serenità, all’occorrenza. Questo è il prossimo passo di crescita che attende la Fiorentina, per ottenere risultati ancora più solidi oggi e domani.


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