La Fiorentina, in soli due mesi, ha creato le condizioni ideali per aggiudicarsi Franck Ribéry, la stessa squadra sulla carta ad aver rischiato una clamorosa retrocessione pochi mesi prima: tutto questo deriva dal cambio di leadership, non è certo un miracolo venuto dal niente. “Il cambio di leadership può fare miracoli?” Certo, infatti la Fiorentina non solo ha “attratto” campioni di fama mondiale, ma può addirittura contare su un gruppo coeso di giocatori “giusti”. Un campione come il francese ex Bayern deriva dalla mentalità di chi opera sul mercato - Daniele Pradè - che per natura non ama porsi limiti. Successe in passato anche con Mario Gomez, per la portata dell’operazione (pur con una proprietà diversa) e succederà anche in futuro, perché la squadra viola è entrata in una “spirale di crescita”.

L’arrivo di Ribéry, dicevamo, ha una valenza immensa e porta con sé un “moltiplicatore di energia” incredibile, ma per capirlo bene voglio parlarvi del cosiddetto “ciclo della motivazione”, dinamica molto nota a noi Coach professionisti ed applicabile anche nel calcio. Il primo elemento da cui partire per comprendere la Fiorentina di oggi è la sicurezza, la quale porta sempre al desiderio di raggiungere un livello alto di performance, e quindi ad ottenere ottimi risultati, e dunque guadagnandosi “L’Apprezzamento”.

A rendere fluido e potente questo circolo virtuoso, in casa gigliata, ecco arrivare Ribery. Il francese è in viola soprattutto per un obiettivo strategico, sin da subito programmato dalla società: infondere profonda sicurezza mentale, portando la squadra ad ottenere risultati migliori a prescindere dal suo voto personale in pagella. A prescindere dalla sua prestazione... ecco la vera “magia”. Perché i giocatori in campo - così come tutti noi - utilizzano normalmente solo una piccola percentuale del loro potenziale.

E sapete cosa succede a una squadra che parte con queste basi di profonda sicurezza? Succede che se la gioca a viso aperto e in modo solido anche contro il Napoli, già dalla prima di campionato, come ben sappiamo. Tutto torna, lo abbiamo visto sin dai primi minuti. Che solidità in campo! Anche se gli errori arbitrali hanno di fatto condizionato la partita e non in favore dei viola... è evidente. La rabbia è comprensibile, ma sapete come mai la Fiorentina otterrà grandissimi benefici proprio da questi clamorosi errori arbitrali? Cosa è scattato nella mente dei giocatori viola dopo la partita come quella contro i partenopei? In cambio di tre punti che certamente facevano comodo per la classifica, la squadra di Montella ha incassato un ottimo antidoto mentale che vale paradossalmente molto di più, per lo stesso motivo descritto in precedenza. La squadra viola è forte di una struttura mentale solida per spingersi a “compensare agonisticamente” questa situazione già a partire dalla prossima partita e per quelle a venire. La voglia di riscatto, quindi, rafforzerà ancor di più il gruppo. Il significato è chiaro: la squadra forte è quella che sa ribaltare una situazione sfavorevole rendendola a favore, e la Fiorentina c’è, la mente pure, il tifo è lì ed è carico a molla. Servirà però attendere il termine del calciomercato per poter creare una vera “vision”, una visione chiara e condivisa di dove questa compagine potrà arrivare sul campo... intanto però, mentalmente, lo spirito è quello di non porsi limiti.

Se tutto questo cambiamento è avvenuto, fondamentalmente è stato grazie all’arrivo di Rocco Commisso al timone viola. Abbiamo per l’appunto parlato di leadership. Una delle doti che fanno di una persona un leader autentico è la continua richiesta di “feedback”... quel “come sto andando?”, quel “dove dovrei migliorare?” sono domande frequenti che i veri leader e i gli imprenditori di enorme successo fanno sistematicamente ai propri collaboratori. Il segreto di Commisso è proprio questo: Rocco, da buon imprenditore di scuola americana, è alla continua ricerca di informazioni e consigli per potersi migliorare costantemente. Lo fa da una vita in Mediacom con risultati evidenti, lo fa oggi in viola, perché sa che i risultati migliori passano dal suo migliorare personalmente e costantemente. Ecco tradotto il suo “sono qui per imparare” che in molti inizialmente faticavano a comprendere, abituati al nostro calcio così frenetico e così poco capace di ascoltare. Firenze può vivere serena, Firenze è ascoltata.


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