Il primo colpo di mercato di una nuova proprietà è come il primo bacio: non si scorda mai. Ecco perché la Fiorentina di Commisso non ha ancora comprato nessuno. Il magnate americano tiene molto alla sua immagine. Nel suo generoso concedersi ai tifosi c’è una puntina di indubbio narcisismo.

Come potrebbero nomi quali Inglese, Ounas, Murru, Mandragora, ma anche Bennacer, per non parlare delle suggestioni vintage Borja Valero, Pepito Rossi, Viviano, costituire un imprimatur esaltante per la nuova Fiorentina? In Usa tutto è kolossal. I nomi che circolano, invece, se si fa eccezione per De Rossi, sono minimal o giù di lì.

In realtà il primo vero annuncio ufficiale, che farebbe intuire che l’aria è cambiata, sarebbe la conferma di Chiesa senza se e senza ma. Ricordate quando Diego Della Valle in persona volle incontrare Toni, al quale negò il trasferimento all’Inter perché c’erano da recuperare i 15 punti di penalizzazione? La Fiorentina attuale, sprofondata al sedicesimo posto, se vuole riassaporare l’Europa, di punti ne deve recupera una venticinquina. Ecco perché Chiesa, unico giocatore all’altezza dell’obiettivo (forse ci possiamo aggiungere Pezzella), è indispensabile.

Il prossimo anno, con una Fiorentina tornata (speriamo) intorno alla metà superiore della colonna di sinistra della classifica, Chiesa potrà anche migrare dove si gioca per scudetto e Champions. Ci sarà da pensare alla sua sostituzione, ma solo a quella. Oggi invece la squadra è completamente da inventare, non si può rinunciare all’unica colonna portante rimasta in piedi. E accanto a questa ne occorrono altre due o tre.

Certamente Commisso di tutto questo è consapevole e attende, con pazienza e sagacia, di portare il primo bacione a Firenze.

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