Si sta materializzando uno degli scenari più ricorrenti e al tempo stesso esasperanti, caratteristici del mercato della Fiorentina, targata Commisso: senza il patron in città non si fa nulla, almeno a livello di ufficialità e concretizzazione degli affari. Era accaduto la prima estate ("fino al 10 agosto non faremo niente" disse Pradè), accadde nel gennaio 2020 quando la società viola chiuse Duncan (dopo averlo trattato per un mese...), Amrabat, Igor e Kouame tra il 29 e il 31 gennaio (solo Cutrone era arrivato prima ma d'altronde era stato ceduto Pedro dopo "ben" 4 mesi dal suo arrivo...). E poi l'estate 2020 con i parametri zero e Quarta sul fil di lana (meno fil di lana di Chiesa comunque) e l'ultimo gennaio con i colpi di fine sessione, ottimi per far numero e nulla più.

Al ritorno del patron manca poco però perché per la prima con la Roma (il 22 agosto) ci sarà e la settimana del ritorno sarà dunque la prossima. Tempo utile per avviare finalmente una sessione rimasta bloccata al colpo Nico Gonzalez, arrivato a giugno in pieno caos Gattuso. C'è da vendere ma ancora il momento buono per far partire Milenkovic non è stato trovato, nonostante un accordo pressoché raggiunto con il West Ham: di mezzo c'è anche Nastasic, l'altra parte dell'accordo dato che di mezzo c'è il solito Ramadani. 

E poi c'è il capitolo Vlahovic: l'Atletico Madrid è il secondo club a fare sul serio dopo il Tottenham e la proposta da 50 milioni l'ha presentata eccome. Per il momento non sufficiente a buttare giù il muro di Commisso e della Fiorentina ma se sul gong del mercato si dovesse salire a 60 o anche più in alto, sempre in assenza di rinnovo, che accadrebbe? Forse meglio non conoscere la risposta.


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