3 luglio 2001. Fu in quel giorno che la Fiorentina perse il suo numero 10, il giocatore che, da capitano, aveva sollevato la Coppa Italia poche settimane prima: Manuel Rui Costa.

La società viola, sempre più in crisi finanziaria, fu costretta a cedere il portoghese e il portiere titolare, Francesco Toldo. Quanto al centrocampista, su Tuttosport si legge un vero e proprio retroscena importante di mercato che lo riguarda. Da una parte c'era la Lazio che lo voleva, ed era disposta a mettere sul piatto 85 miliardi di vecchie lire, tutte in contanti. Dall'altra c'era il Milan che invece avrebbe voluto inserire, almeno inizialmente, una contropartita tecnica: Andrea Pirlo, appena prelevato dall'Inter per 35 miliardi. Cecchi Gori però disse di no, voleva solo soldi e si era convinto di cederlo a Cragnotti e al club biancoceleste.

L'agente di Rui Costa, Carlo Pallavicino, andò così a Roma, convinto di chiudere con la Lazio e invece ritornerà a casa con il contratto stilato con il Milan: 85 miliardi di lire i soldi che entrarono nelle casse viola, 9 miliardi più bonus, l'ingaggio per il giocatore, che è stato il più pagato (come cartellino) dell'epoca Berlusconi.


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