C’è poco da fare, questa sosta di settembre è destinata a rimanere tra le più indigeste per il calcio europeo e nello specifico anche per la Fiorentina, privata di fatto di 3 giocatori importanti (almeno dal primo minuto) per la sua gara di campionato: colpa delle qualificazioni mondiali del Sudamerica, dove si è dovuto recuperare il tempo rubato dal Covid e giocare 3 partite e non 2. Le principali leghe europee hanno dichiarato solidarietà per quei club che avessero impedito ai propri calciatori la trasferta transoceanica ma poi di fatto, almeno dall’Italia, sono partiti tutti per andare a giocarsi le rispettive sfide: Italiano ha visto così andare sia Pulgar che Quarta e Gonzalez. Se per i giocatori ‘italiani’ però il problema è prettamente logistico, in Premier c’è anche la questione della quarantena, da cui è scaturito il caos di Brasile-Argentina e che ha visto alcuni club negare proprio i giocatori: è successo per esempio con Alisson e Gabriel Jesus (ma in totale anche altri 10).
La risposta della Federazione Brasiliana era stato l’appello ad una regola della Fifa, secondo la quale i disertori sarebbero stati impossibilitati dal giocare con il club in questo week end. Una sorta di magra consolazione dal sapore vendicativo ma che tutto sommato restituiva un po’ di credibilità ad un regolamento interpretato sempre a piacimento e con mille pesi e mille misure. La Fifa invece ora è tornata indietro e di fatto permetterà ai calciatori che hanno rinunciato alla Nazionale, di giocare anche con il club. E chi invece, come la Fiorentina, i suoi giocatori li ha liberati per poi non averli a disposizione in campionato? Ecco, dato che la risposta è tanto chiara quanto volgare, la risparmiamo che tanto l’avete capita.
Covid o no, le trasferte per qualificazioni varie devono essere raggruppate in 2 periodi all’anno massimo. E chi, per una ragione o l’altra, non lascia partire i giocatori, li manda in tribuna la giornata successiva. Basta coi trucchi
Sono dei pagliacci
I club minori lo prendono sempre in quel posto, penso sia arrivata l’ora di coalizzarsi e fare fronte comune.