"Il rigore non si discute perché Vitor Hugo ha deviato nettamente il pallone che, infatti, ha cambiato traiettoria. Era rigore perché Vitor Hugo devia la palla che stava andando verso il dischetto dove era in arrivo Vecino. Uno volta che ce lo danno, me lo volete pure levare?". Si esprimeva così Luciano Spalletti dopo la convulsa e discussa gara d'andata a San Siro, in cui alla Fiorentina venne negato un potenziale rigore su Chiesa ma soprattutto ne venne assegnato uno per il famoso "fallo di polpastrello" di Vitor Hugo. Per il signor Spalletti però di dubbi non ce n'erano, di sospetti neanche l'ombra, niente di niente. Era rigore, punto e basta. Un po' la stessa sicurezza e arroganza con cui ieri a Sky ha sproloquiato per tirare ancora acqua al proprio mulino, stavolta però sull'altro fronte della battaglia, quello della "vittima". Un po' di memoria corta per quanto successo all'andata, pur in un contesto dove la ragione probabilmente era anche dalla sua parte.


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