Dopo un pareggio in trasferta contro la Lazio dal sapore amarognolo, la vittoria contro il Torino che vale la semifinale di Coppa Italia con vista sulla finalissima proprio all’Olimpico. Il ritorno al (suo) passato per Vincenzo Italiano, che sceglie di riaffidarsi all’amato 4-3-3, mai abiurato e in precedenza solo parzialmente modificato nel 4-2-3-1, ha prodotto un punto comunque pesante in campionato (dopo due sconfitte consecutive) e l’avanzamento in Coppa Italia.


Ma soprattutto due versioni convincenti di Fiorentina (forse addirittura più quella che ha pareggiato). E ha permesso il recupero di vecchie certezze smarrite con il cambio di modulo, lieve quanto si vuole nei modi e però sostanziale negli effetti.


Quelle certezze che rappresentano per lo stesso Italiano la maniera migliore per ricercare ed esprimere il gioco su cui la squadra viola nella scorsa stagione ha costruito la scalata in Europa. Perché il 4-3-3 significa poter fare quello che il tecnico vuole che la sua Fiorentina faccia in virtù della maggiore protezione garantita ai difensori grazie ai tre centrocampisti, che a loro volta liberano gli esterni d’attacco da compiti di “fatica” in ripiegamento per poter pensare soprattutto alla fase offensiva.


Il ritorno al 4-3-3 e una presenza più massiccia e costante in area avversaria hanno permesso alla Fiorentina di segnare tre gol tra Lazio e Torino con tre attaccanti (nell’ordine: Gonzalez, Jovic, Ikoné). La manovra anche contro il Torino non è stata ancora fluida, veloce e incisiva come invece serve per esaltare e mettere a frutto il 4-3-3, però tutte le caratteristiche del gioco caro a Italiano che tante volte avevano impressionato favorevolmente abbinando qualità e concretezza, sono tornate ad affiorare consentendo alla Fiorentina di interrompere la mini serie negativa in campionato e di centrare l’obiettivo delle semifinali in Coppa Italia.


L'allenatore viola ora spera di trasformare le certezze ritrovate in nuovi risultati, adesso che sa di poter contare su Terzic come vera alternativa a Biraghi sulla fascia sinistra, su Mandragora nel centrocampo a tre in cui, intanto, Barak sembra aver trovato collocazione naturale oltre al solito tuttofare Bonaventura. Una super batteria di esterni offensivi arricchita adesso da Brekalo che sta correndo verso il debutto e presto dal rientro di Sottil per poter sfruttare al meglio il 4-3-3 con mille soluzioni a disposizione. Lo riporta il Corriere dello Sport-Stadio. 


 


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