Quando Pierluigi Gollini lasciò l'Italia per il Manchester United quel tipo di scelta era ritenuta ancora di controtendenza, sulla scia di quelle di Petrucci e Macheda, portati via sempre da Sir Alex Ferguson dal vivaio della Lazio. Fu proprio il super manager dei Red Devils ad adulare l'allora portiere dell'Under 15 viola, che si mise in gioco all'estero per poi tornare sui suoi passi e ripartire... dal basso con Verona e Aston Villa. Un concetto che gli farà comodo eccome con Italiano, il suo nuovo mentore che si basa proprio sul gioco con i piedi dei suoi portieri.

Il rientro a casa base per Gollini arriva dopo 10 anni esatti, anche se per il momento in prestito dall'Atalanta, club con cui ha conosciuto anche la Champions League. E con il ritorno da pigliol prodigo ci sono anche alcuni strascichi da risolvere, i cosiddetti "sassolini" che lui stesso ha detto di volersi togliere dalle scarpe. Da capire se nei confronti di chi ha sempre raccontato il suo addio come una sorta di "tradimento" o se magari verso il suo ex allenatore a Bergamo, con cui qualcosa si era rotto dopo un paio di annate alla grande. In ogni caso, la Fiorentina ha un portiere carico a pallettoni da gettare nella mischia.


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