La sensazione è che la partita di stasera possa diventare il vero spartiacque della stagione della Fiorentina. Prolungare nel tempo uno degli obiettivi stagionali (la Coppa Italia), arrivare alla semifinale probabilmente con i bianconeri, potrebbe ‘allungare’ l’annata, tenere viva la squadra, dare un senso ad una stagione che, soltanto con il campionato, nelle settimane delicate del dopo Vlahovic, potrebbe diventare rischiosa.


Per tanti troppi motivi. Le stagioni si decidono a febbraio-marzo, dicono da sempre i saggi del pallone. Bene, ci siamo. Stasera servirà la reazione, dopo la bastonata sarriana, ma soprattutto il risultato. Contro un’Atalanta ferita, sicuramente non nel suo momento di massimo splendore, c'è una Fiorentina migliore possibile al momento, con Piatek dall’inizio e Cabral a gara in corso. Una sorta di staffetta, per trovare gol, intesa e continuità.


In mezzo una ridda di voci che sicuramente non danno tranquillità all’ambiente: un Commisso talmente arrabbiato da pensare anche un addio, un Italiano deluso al di là delle dichiarazioni ufficiali, uno spogliatoio che deve riassestarsi. Chiacchiere, che prendono sempre corpo al primo scivolone. Noi, se interessa, non ci crediamo. Crediamo di più ad una Fiorentina che abbia la forza di rialzarsi subito dopo un ko pesante e inaspettato (almeno per le proporzioni e per la prestazione). Cosa che è sempre riuscita a fare in questa stagione.


Italiano in questi giorni si è fatto sentire nello spogliatoio. Non gli è piaciuto il crollo, soprattutto mentale, visto contro la Lazio. Così come non sono piaciute alcune scene sul possibile rigore. A proposito, che si scelga un rigorista e un vice rigorista, altrimenti diventa un bomba libera tutti, al di là delle parole dell’allenatore. Da oggi in poi, tutti dovranno dare qualcosa in più, nei comportamenti e in campo. Quando se ne va il capocannoniere, il più forte di tutti, lo spogliatoio deve diventare il vero sostituto. Al di là di Piatek e Cabral, due dai quali sarebbe ingiusto pretendere tutto e subito. Non può cadere soltanto su di loro la responsabilità di una squadra che ha l’imperativo di confermare quanto di buono fatto in questa prima parte di stagione.


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