Sembra un po' di essere tornati ad ottobre, quando il presidente Rocco Commisso fece le sue sparate pubbliche mettendo in piazza la vicenda Vlahovic e l'odioso teatrino costruito dal suo entourage: anche allora da parte di una fetta del popolo viola si era levato in alto il grido di indignazione e la volontà di relegare in tribuna il serbo, "a costo di rinunciare ai suoi gol e ad alcuni risultati importanti". Una guerra di principio, per molti versi giusta ma che nel caso specifico rischierebbe di avere solo il sapore dell'autolesionismo e non della giustizia ristabilita.

Dal canto suo Italiano non ha mai avuto dubbi sull'impiego del serbo (e ci mancherebbe altro, visto che fino a dieci giorni fa non aveva alternative) ma in ogni caso neanche pressioni da parte della società e finché il giocatore sarà a Firenze e concentrato, lui lo sfrutterà il più possibile. Il suo ruolo è quello del pompiere e fin qui lo ha interpretato alla grande, perseguendo il bene tecnico della Fiorentina. Con Piatek potrebbe cambiare qualcosa? Di sicuro non per principio ma se qualcosa accadrà sarà solo frutto di valutazioni tecniche provenienti dal centro sportivo. Perché il bene della sua squadra per lui arriva ben prima di guerre interne che alcun senso avrebbero.


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